di Patrizia Criniti

27 Gennaio Giorno della Memoria

-Papà dove andiamo?

– Facciamo un gioco…chi arriva primo vince un carroarmato vero!

Così raccontava il protagonista del film “La vita è bella” al figlio. Ma ovviamente non si trattava di nessun gioco: si saliva su treni merci e si andava ad Auschwitz, città della morte dove ad aspettare le persone non c’era “un premio” , ma camere a gas e forni crematori, e anche baracche in cui i prigionieri lavoravano e soffrivano prima di venire avviati alla morte. Shoah cioè “catastrofe” è il termine che il popolo ebreo ha voluto sostituire al termine olocausto, sacrificio propiziatorio, perché la morte di sei milioni di persone è insensata e incomprensibile e dettata solo da una forma di razzismo radicale che vuole rendere il mondo ripulito dagli ebrei, nella “Soluzione Finale”, il popolo ebraico è un problema e non merita di vivere. Mai nella storia s’è visto progettare a tavolino con totale freddezza e determinazione lo sterminio di un popolo.
Il Giorno della Memoria è la presa di coscienza collettiva del fatto che l’uomo è stato capace di questo, non è la pietà per i morti ad animarlo, ma la consapevolezza di quel che è accaduto, che non deve più accadere e che in un passato ancora molto vicino a noi, nella civile e illuminata Europa, milioni di persone hanno permesso che accadesse. Per favore non dimenticate mai e poi mai il viaggio della distruzione, dello sterminio senza pietà, della morte gratuita di uomini donne e bambini come noi.

«Chi uccide una vita, uccide il mondo intero»