Nell’ambito della rubrica “Un treno carico di… libri”, a cura di Simone Farello, siamo lieti di pubblicare uno speciale natalizio con alcuni consigli rivolti a chi entra in libreria per scegliere il regalo per amici e parenti. E’ proprio così semplice donare un libro? Come facciamo a orientarci in un momento in cui c’è una vastissima offerta? Ecco la prima puntata di una simpatica guida che si pone l’obiettivo di consigliare il titolo giusto per ogni occasione e per ogni persona, per non scegliere il primo libro che capita, e per fare un regalo ragionato e gradito.


di Simone Farello

Se una sera di dicembre un pendolare… arrivasse nella sua stazione, nella grande città, per prendere il treno che lo porterà finalmente a casa, potrebbe essere colto dall’improvviso impulso di entrare nella libreria. Ormai sono tante le stazioni con una libreria. Vi si aggirano ritardatari cronici che hanno perso il treno e aspettano il prossimo; puntuali patologici che sono arrivati come al solito venti minuti prima della partenza del loro treno e adesso devono far passare il tempo; viaggiatori che non perdono l’occasione di partire per comprare un libro, con la scusa che il tragitto è lungo e bisogna pur aver qualcosa da leggere; curiosi distratti, che non avevano voglia di prendere un caffè, sedersi sul binario o guardare il negozio di vestiti. Poi ci sarebbe il nostro pendolare, che in una sera di dicembre potrebbe pensare di poter risolvere con poco impegno l’annoso problema dei regali di Natale. E’ sempre bello regalare un libro, no? Beh: non è detto. E non è nemmeno detto che sia semplice. Forse il nostro pendolare potrebbe aver bisogno di qualche consiglio.

Regalare un libro: ma come sceglierlo?

Tra le tante manifestazioni di nervosismo di massa a cui si può assistere nelle due settimane che precedono il Natale, quella che si scatena nelle librerie è sicuramente tra le più sconcertanti e le più gravide di conseguenze per tutti i soggetti coinvolti. Il fenomeno è antico almeno quanto la nascita della società dei consumi e alla sua applicazione alle festività natalizie, ma ha assunto connotati seriamente tragici da quando il processo di concentrazione della rete di distribuzione ha spazzato via le piccole librerie che, con la loro gestione familiare e la presenza di commercianti esperti in mezzo a tutti quei volumi, riuscivano a limitare gli effetti della caccia alla strenna libresca a rari danni collaterali di modesta entità. Se dovete regalare una maglia ad una zia che non vedete da anni, qualunque commessa sarà in grado di aiutarvi a sceglierla anche basandosi su vaghe indicazioni sui gusti della zia, essendole sufficienti alcune nozioni fondamentali come l’età, i precedenti in termini di buono o cattivo gusto, la propensione a seguire le mode o il conservatorismo; ma chiedere al commesso di una libreria di consigliare un libro da regalare ad un altro è come chiedere a un passante indicazioni su una città dove lui abita da qualche settimana: o farà finta di niente o vi manderà in uno dei pochi posti che conosce, che in genere sono quelli sbagliati

Orientarsi nella vastissima offerta di libri

Inoltre la veloce estinzione dei venditori competenti va di pari passo con la tumultuosa moltiplicazione dell’offerta. Non c’è mai stata, nella storia umana, una disponibilità di libri vasta come in questo momento. Il commercio via internet di libri è sempre più florido e si possono trovare siti ultra specializzati anche di notorietà globale – immaginiamo che il nome Amazon vi dica qualcosa, soprattutto se siete degli acuti osservatori delle nuove forme di sfruttamento del proletariato – che sono di fatto una biblioteca smisurata da cui chiunque può attingere cliccando sul suo palmare. Ma per orientarsi in questa favolosa abbondanza ci vogliono delle mappe o delle guide che, oggi, sono difficilmente disponibili, a meno che non ci si voglia affidare ai commenti dei lettori riportati dai siti suddetti, così come si ricorre alle recensioni dei ristornati o degli alberghi su TripAdvisor o Trivago. Si tratta di un’opzione rischiosa. Non solo perché è lecito dubitare della veridicità di questi commenti (autorevoli studi scientifici hanno dimostrato che almeno un terzo di essi è falso, scritto non da veri utenti ma dagli stessi operatori o dalla concorrenza, in una spietata battaglia sulla reputazione), ma per il semplice fatto che per dare un giudizio su un romanzo o un saggio sarebbe utile ricorrere a qualcuno che abbia una familiarità coi libri non occasionale. Si potrebbe anche osare sostenere che ci voglia qualcuno di esperto.

Il bisogno di un esperto

E’ innegabile: gli esperti sono in genere degli insopportabili saccenti che se la tirano un sacco e ce la mettono tutta per rendersi antipatici. Con le loro manie e i loro protetti assomigliano molto ai personaggi descritti da Manuel Vazquez Montalban ne Il Premio (un romanzo che appartiene alla nota serie di Pepe Carvalho e che pur non essendo quasi mai citato tra gli “imperdibili” ha quel fascino fané che lo rende una versione mediterranea di Agatha Christie). Ma proprio come i critici gastronomici si divertono a demolire o innalzare cuochi con i loro panieri di stelle Michelin; i critici letterari si vendicano un po’ della loro dedizione a un arte in cui non eccellono (chi scrive guide di ristoranti non cucina, e chi giudica i libri non scrive): ma sono capaci di riconoscere un buon libro da uno cattivo, se non altro perché ne va della loro salute mentale. Leggere cattivi libri danneggia lo spirito, proprio come mangiare pietanze insapori o stravaganti porta noiosi fastidi, anche se sono impiattate con coreografie hollywoodiane.

A nessuno piace mangiar male ed è per questo che nonostante la grande popolarità e l’apparente gratuità di siti come Trip Advisor, le guide ai ristoranti continuano ad avere un grande successo. Quando dovete decidere dove portare a cena una ragazza al primo appuntamento o volete apprezzare la vera cucina locale di un posto, il consiglio di qualcuno che se ne intende è sempre più affidabile di persone come voi che hanno come unico merito quello di aver avuto voglia di pubblicare sul web i loro giudizi. Una cosa che un tempo avremmo definito semplicemente chiacchiere.

David Foster Wallace

Il fatto è che grazie a internet abbiamo così tante cose a disposizione che diventa difficilissimo attribuire dei valori e saper riconoscere ciò che vale la pena in quello che assomiglia a un incessante e insopportabile rumore di fondo, in cui è quasi impossibile distinguere le cose intelligenti dalle sciocchezze. Ce lo diceva, con la schiettezza che lo contraddistingueva, lo scrittore americano David Foster Wallace: “Se torni a Hobbes, e pensi al motivo per cui siamo arrivati a implorare… perché la gente arriva a implorare l’avvento di un leader che abbia potere di vita e di morte sulle persone? Abbiamo l’assoluta necessità di delegare il nostro potere. Con internet succederà esattamente la stessa cosa. A meno che non ci siano barriere, siti e regolatori del traffico che dicono: <<Benissimo, vuoi trovare della fiction di qualità dignitosa in rete? Te la scegliamo noi>>. […] Li pregheremo in ginocchio. Pagheremo, letteralmente, per averli”.

David Foster Wallace, che per molti è stato il miglior scrittore della sua generazione, ed ha scritto il più bel racconto sull’11 settembre 2001 contenuto nella raccolta ‘Undici settembre’, si è suicidato per motivi che molti provano ancora oggi a spiegare, ma di certo riconducibili a una radicale forma di insofferenza verso il mondo. Le nevrosi sono pericolose, meglio evitarle, soprattutto sotto le Feste.

L’era dei manuali

Forse per questo oggi si trovano manuali per fare qualsiasi cosa, anche su come mettere in ordine i propri cassetti, una funzione così elementare da non esser più insegnata nemmeno nei corsi di economia domestica (ammesso che esistano ancora) e che non siano stati sostituiti, appunto, dai best seller new age di giapponesi esperti nell’arte della gestione dello spazio domestico. Nessuno però insegna come leggere o almeno a maneggiare con cura un libro, e dato che a causa di una serie di retaggi e condizionamenti culturali, in molti continuano a considerare i libri un regalo importante ma quando devono scegliere navigano a vista e rischiano di impazzire o di fare delle pessime figure.

La guida di Superba

Ma non sempre c’è bisogno di pregare in ginocchio, se siete uno di quei pendolari che abbiamo immaginato prima sarà Superba ad aiutarvi nel scegliere i vostri regali in libreria: e già due titoli potete segnarveli, anche se di David Foster Wallace consiglieremmo soprattutto quel pezzo di esilarante bravura che è ‘Una cosa divertente, che non farò mai più’. Parla di crociere e di quello che siamo diventati iscrivendoci in massa alla globalizzazione dell’intrattenimento.

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Simone Farello, già assessore e consigliere comunale di Genova, scrittore e blogger (“Simone Farello simply a reader”) scrive per “Superba” una serie di recensioni incentrate proprio sul mondo dei treni.