Prosegue la rubrica di “Superba” dedicata ai libri e, in questo caso, alle piccole guide per gli acquisti pre natalizi a cura di Simone Farello. Volete regalare un libro a una persona che non legge? Non fatelo! Ma può anche succedere che non sappiate decidere se la persona a cui dovete fare un regalo sia un lettore e quindi vi domandiate: ma come si fa a riconoscere un lettore?
di Simone Farello
C’è un motivo paradossale alla base di molte delle difficoltà che si possono incontrare nel regalare libri per le feste, ed è che a Natale moltissime persone decidono di regalare un libro a persone che non leggono nulla e altrettante moltissime persone che non leggono decidono di regalare un libro a persone che leggono molto.
A questo qui pro quo (che sarebbe utile soltanto se ci facesse venire in mente l’originale e spiazzante romanzo pseudo poliziesco di Gesualdo Bufalino, un autore che andrebbe riscoperto, anche per rompere il monopolio che suo malgrado Camilleri ha istituito sull’immaginario legato alla Sicilia) dobbiamo l’aggirarsi tra gli scaffali delle librerie di persone prossime al panico, che provano a fare la scelta giusta in un assortimento in cui gli esemplari, ad un esame superficiale, sono tutti uguali, salvo le dimensioni e le immagini delle copertine. All’interno sono tutti un cumulo di parole nere stampate su pagine bianche che solo dopo un’analisi di ore o addirittura giorni potrebbero acquisire un senso ed essere distinte dalle altre. Soprattutto dopo l’8 dicembre nessuno ha tutto quel tempo. Nemmeno in una stazione ferroviaria mentre si aspetta il treno che ci porterò da qualche parte.
Pensate di regalare libri a chi non legge? Non fatelo
Un primo consiglio, utile ad alleggerire gli assembramenti nelle librerie e a prevenire un bel po’ di rimorsi, è rivolto a coloro che pensano di regalare libri a chi non legge il consiglio: smettetela. Subito.
Un regalo dovrebbe essere una manifestazione d’affetto verso un’altra persona a cui vogliamo bene e quindi dettato dall’amore o dall’amicizia; dalla confidenza e dall’empatia: tutti sentimenti che mettono in gioco il dare e il ricevere e quindi una qualche forma di aspettativa, che non è altro che la ricerca della propria gratificazione grazie alla visione della felicità dell’altro. Certo, l’amore può non essere corrisposto e quando questo accade l’unica cosa sensata da fare è farsene una ragione: piangere un po’ sulla spalla di un’amica; prendersi una sbronza colossale con un amico; partire per un lungo viaggio in treno; dedicarsi a discipline sportive estreme potenzialmente autodistruttive come il paracadutismo e lo sci il giorno di Capodanno… Poi ricominciare la vita di sempre, in attesa di incontrare la persona giusta, che prima o poi arriva.
Chi non si rassegna al rifiuto e si dedica al tormento della persona desiderata con la pretesa di imporre il dono del proprio amore ha oggi trovato la sua definizione penale: è uno stalker, un individuo degenerato, abietto e pericoloso. Un delinquente per cui sono giustamente previste pene severe. Lo stalking si manifesta innanzitutto attraverso l’imposizione di doni non graditi, tipo mazzi di fiori in formato magnum e gioielli costosi; regali che non solo non donano felicità a chi li riceve, ma che provocano inquietudine, insofferenza, paura. Sono un abuso di potere, forza e violenza, come tutte le imposizioni.
Imporre la lettura a chi non legge è stalking allo stato puro
Ora mettetevi nei panni di un vostro amico che non legge e si ritrova in mano, dopo aver scartato il vostro bellissimo pacchetto ben confezionato, un oggetto che per lui non ha alcun valore e che lo sprofonda in una tremenda delusione. E se voi siete dei lettori, il vostro amico diventerà la vostra vittima. Penserà che vi siate messi in testa che sia vostro compito educarlo, costringerlo a fare una cosa che voi ritenete giusta. Magari metterà il vostro regalo in evidenza nella sua casa praticamente priva di libri, ed ogni volta che poserà lo sguardo su di esso sarà a disagio. Imporre la lettura a chi non legge è obbligare a un amore qualcuno che non è intenzionato a corrisponderlo, è stalking allo stato puro.
Quindi se pensate che i libri siano l’unica cosa che conta potete anche restare tra gli scaffali della libreria della stazione, ma esclusivamente per fare un regalo a voi stessi, lasciando in pace gli altri. Leggere non è obbligatorio e non è un segno di superiorità morale o intellettuale.
Come si fa a riconoscere un lettore?
Può anche succedere che non sappiate decidere se la persona a cui dovete fare un regalo sia un lettore e quindi vi domandiate: ma come si fa a riconoscere un lettore?
Non è un quesito così banale. Una volta individuare un lettore era piuttosto semplice: aveva gli occhiali. Era un luogo comune, ma come molti luoghi comuni era ampiamente giustificato dalle statistiche. Dedicare il proprio tempo in luoghi male illuminati decifrando piccoli caratteri tipografici non è esattamente la pratica più naturale per la nostra vista e se ormai nessuno crede più al fatto che “toccarsi” faccia diventare ciechi, leggere rende quasi sicuramente miopi. Purtroppo oggi l’esposizione di una buona parte della popolazione ai videoterminali fa sì che i difetti della vista siano molto più diffusi e popolari, rendendo impossibile distinguere un lettore dalla sua incapacità di riconoscere un orso grigio a un metro di distanza se privo di strumenti ottici di un certo spessore.
Alla fine, per riconoscere un lettore è indispensabile ricorrere all’interazione umana, approfittando del fatto che un lettore non ama nascondersi e quindi:
1Passerà molto del suo tempo libero a leggere e quindi porta sempre con sé un libro, soprattutto se viaggia in treno o in metropolitana, mettendo in pratica anche raffinate tecniche di mimetismo ed elusione dei passeggeri che si ostinano a rivolgergli la parola anche quando hanno il naso affondato a pagina 142. I più irritabili aggrediscono quelli che li disturbano e talora sono mordaci;
2Leggendo molto sarà spesso impegnato a comprare libri, quindi lo vedrete spesso nei dintorni delle librerie o impegnato a emettere ordini on line;
3 Lamenta croniche carenze di spazio per sistemare i suoi libri, che arrivano ad assediarlo nella sua stessa casa, invadendo tutti i luoghi da lui frequentati, dal posto di lavoro all’automobile, portandolo anche a sacrificare armadi e credenze per fare posto all’accumularsi caotico dei volumi;
4Utilizzerà un numero esorbitante di parole, ci cui una buona parte risulteranno prive di significato per la maggior parte dei suoi interlocutori; provando anche un perverso piacere nell’accorgersi di non venire capito, perché man mano che i suoi simili diminuiscono trasforma il proprio isolamento in un atteggiamento sadico narcisista da secchione;
5Ha tendenze nostalgiche, malinconiche o assurdamente romantiche;
6Scrive a mano ogni volta che ne ha l’occasione e preferisce le matite alle penne;
7I suoi incubi ricorrenti sono abitati dal racconto di Stanislaw Lem ‘Memorie trovate in una vasca da bagno’ (contenuto nella preziosa antologia ‘Fantascienza: guerra sociale?’ riproposta da Mimesis) e da ‘La strana biblioteca’ di Murakami Aruki (illustrata nella vesrione italiana da Lorenzo Ceccotti).
Ma se non avete avuto l’opportunità di osservare per un tempo sufficiente il destinatario del vostro regalo sarete costretti a ricorrere all’ultima risorsa a disposizione di chi vuole sapere una cosa di un’altra persona: chiedergliela.
******************************************
Simone Farello, già assessore e consigliere comunale di Genova, scrittore e blogger (“Simone Farello simply a reader”) scrive per “Superba” una serie di recensioni incentrate proprio sul mondo dei treni.