di Marco Galaverna
Lunedì 21 maggio scorso, nella stazione di Piazza Manin, capolinea della ferrovia a scartamento metrico Genova – Casella, si è svolta la presentazione dell’elettromotrice A2 che, recentemente restaurata, è ora pronta a rientrare in servizio dopo una lunga assenza.
La A2 fa parte di una piccola serie di tre elettromotrici, costruite nel 1929 da Carminati & Toselli (parte meccanica) e TIBB (parte elettrica) per la ferrovia Ora – Predazzo, sovente indicata con la sigla FEVF (Ferrovia Elettrica Val di Fiemme).
Questa linea di 50 km fu aperta, con trazione a vapore e scartamento di 760 mm, dagli Austriaci al principio del 1918 e passò all’Italia con la fine della Prima Guerra Mondiale, per effetto dell’annessione del Trentino al nostro Paese. Nel 1919 la gestione fu assunta dalle FS, che la mantenne fino al 1927 per poi cederla a una società appositamente costituita, la già citata FEVF. Nella circostanza, lo scartamento fu portato al valore di 1000 mm e fu realizzata l’elettrificazione in corrente continua. Per l’esercizio a trazione elettrica furono costruite nel 1929 tre elettromotrici, numerate A1, A2 e A3, e le due locomotive B51 e B52 [1].
La Val di Fiemme e il comprensorio del Cavalese avevano e hanno una forte vocazione turistica; da Predazzo si diramano le strade per località ben note agli amanti dello sci e della montagna come Moena e S. Martino di Castrozza. La FEVF avrebbe quindi potuto soddisfare un’interessante domanda di trasporto legata al turismo, come altre ferrovie alpine. Pur tuttavia, nel 1963 questa linea ferroviaria fu chiusa e in breve tempo smantellata, nel quadro di una politica dei trasporti che oggi pare difficile giustificare e che, all’epoca, fece altre vittime illustri, come la famosa Ferrovia delle Dolomiti.
Nello stesso 1963, le tre elettromotrici e le due locomotive vennero cedute dalla FEVF alla Genova – Casella, unitamente alle sei carrozze viaggiatori C101 – C106, otto carri merci e i trasformatori delle sottostazioni [2]. Curiosamente questi rotabili mantennero, con la nuova proprietà, la vecchia numerazione.
La A1, dopo molti anni di servizio con varie livree, fu ristrutturata nel 2011 e oggi si presenta con finiture moderne e la cassa ridipinta nei due colori azzurro e crema; le vistose cornici dei finestrini la allontanano dall’aspetto originario ma il mezzo è adatto all’impiego quotidiano. La A3 fu demolita negli anni Duemila ma ne furono preservati i carrelli. La A2 era stata accantonata alla fine degli anni Novanta; qualche anno fa venne conferita per le riparazioni alla ditta De Luca spa di Cancello ed Arnone (Caserta) per poi rientrare a Casella alla fine del 2017 [3].
Il restauro della A2 si è svolto seguendo un duplice obiettivo: la finalità di restituire all’esercizio un mezzo funzionante e affidabile si è congiunta alla volontà di ripristinare l’aspetto, interno ed esterno, che l’elettromotrice aveva all’epoca del trasferimento dal Trentino alla Liguria. Quindi si è recuperata l’originale forma dei finestrini, si è ricostituito il vano bagagli e sono stati rimontati sedili in legno nell’ambiente di II classe e sedili ricoperti di velluto in quello di I classe. La cassa è stata ridipinta in modo da replicare la coloritura del 1963.
L’equipaggiamento elettrico è rimasto quello d’origine, caratterizzato da quattro motori in c.c. eccitati in serie, per una potenza complessiva di 350 kW, con regolazione all’avviamento di tipo reostatico. La A2 arricchisce pertanto il parco storico e la valenza turistica della Genova – Casella, ma verrà pure inserita nei turni delle corse ordinarie, proprio come accade in alcune ferrovie estere nelle quali la circolazione del materiale d’epoca non è sporadica ed eccezionale bensì regolarmente prevista nell’orario.
[1] F. Sozzi, “Il treno a Cavalese”, Rivista I Treni, n. 390, marzo 2016.
[2] C. Bozzano, R. Pastore, C. Serra, “Storia illustrata della Genova – Casella”, il Geko edizioni, 2016.
[3] “Attualità d’epoca”, Rivista I Treni, n. 411, febbraio 2018, pag. 10.
RINGRAZIAMENTI
Ringrazio Angelo Malaspina per la sua fotografia, ripresa il 21 maggio, qui inclusa a corredo del testo.
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Marco Galaverna
Nato a Genova nel 1963, si è laureato in Ingegneria Elettronica presso l’Università degli Studi di Genova e presso il medesimo ateneo ha conseguito il Dottorato in Ingegneria Elettrotecnica. Dal 1989 fornisce supporto presso la stessa Università alle attività didattiche per diversi corsi attinenti all’Ingegneria dei Trasporti. Socio dal 1990 del Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani (C.I.F.I.) è stato Delegato della Sezione di Genova di tale Collegio dal 1998 al 2006. È autore di oltre 100 pubblicazioni scientifiche nel campo dell’Ingegneria dei Trasporti e del libro “Tecnologie dei trasporti e territorio” insieme al Prof. Giuseppe Sciutto. Dal 1992 è docente di Elettronica e materie affini presso l’Istituto d’Istruzione Secondaria Superiore Einaudi-Casaregis-Galilei di Genova.