di Rosaria Augello – Presidente DLF Genova
Assunsi l’incarico di Presidente alla fine del 2006 a seguito delle dimissioni di Pierluigi Favareto. Due anni dopo partecipai alle elezioni del Dlf Genova e fui democraticamente eletta alla Presidenza dell’Associazione.
Si percepiva un certo disappunto di alcuni colleghi, uomini, perché a loro dire non avevo abbastanza grinta, non avevo “sufficiente” esperienza, mi mancava una certa attitudine al “comando” e non ero rappresentativa almeno di una parte del mio stesso sindacato (le Organizzazioni Sindacali sono socie fondatrici del Dlf). Insomma, essere Presidente di una delle più importanti realtà associative in Italia non poteva fare per me in quanto… donna!
Proprio così perché, ancora oggi, solo sei donne su centodue sono Presidenti.
In quel lontano dicembre del 2006 ascoltai il discorso di fine anno dell’allora Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Ne rimasi colpita e decisi di scrivergli perché egli parlò dell’anno europeo dedicato alle Pari Opportunità: il 2007. Mi rispose spronandomi ad andare avanti, a coniugare quella che io chiamavo la mia utopia con le capacità e con il mio essere donna in un settore decisamente maschile.
Sono trascorsi molti anni da allora e sempre si continua a parlare, ma i fatti?
– Mancano i diritti riguardo la parità di trattamento
– Manca una valorizzazione delle diversità
– Manca la rappresentanza: le donne sono una minoranza nei posti di rilievo poiché non si è mai promossa una partecipazione vera, permettendo una presenza equilibrata tra uomini e donne in ogni settore e a tutti i livelli soprattutto nella comunità imprenditoriale e nel settore politico.
Resta inteso che tutto ciò non deve rappresentare mera acquisizione di diritto proporzionale e/o numerico ma deve fondarsi sulle capacità, sulle conoscenze, sulle competenze ovvero sulle base di una vera meritocrazia dove le donne, in tutti i campi, stanno dando esempi eccellenti sia in Italia che all’Estero. Solo così verrà finalmente stabilito e legittimato il vero, prezioso, ruolo femminile nella società democratica.
Purtroppo si continua a parlare di donne per l’escalation inarrestabile dei cosiddetti “femminicidi” o per gli stupri o per la violenza domestica o perché ancora oggi obiettivo da raggiungere per le donne è quello di essere sposa e madre, aver cura delle persone, della casa, magari trovando un’occupazione che renda possibile legare queste cose insieme con il tempo delle donne.
Eppure, le donne, da che mondo è mondo, sono sempre state a fianco degli uomini. Nessuna società sarebbe stata possibile senza la loro esistenza, in pace come in guerra: con l’inizio della guerra le donne avevano sostituito gli uomini in molti luoghi di lavoro sviluppando coscienza di genere e iniziando le prime lotte per la parità salariale.
Sui monti liguri, negli anni dell’occupazione nazifascista, ha combattuto una brigata partigiana composta da sole donne, anche nei gradi di comando. La “Brigata Alice Noli” in omaggio ad una giovane staffetta di Campomorone.
All’interno della nostra rivista e sul sito troverete uno spazio dedicato al 25 Aprile, la giornata della Liberazione.
Cito un articolo estrapolato dal n. 13 del “Il Partigiano” (Organo della 6a zona operativa) scritto il 13 marzo 1945:
«L’esempio della Valsesia.
Il seguito della resistenza sta nel risveglio delle nostre popolazioni che non vogliono essere schiave mai più. Non ci sarebbero Partigiani se non ci fossero mamme come quella che al figlio, sparava dalla porta di casa contro i tedeschi e gridava: “Forsa, masii tuti”; se non ci fossero spose che non trattenevano i mariti, se non ci fossero sacerdoti che predicano l’amore per la Patria. In Valsesia è così. C’è tutta la popolazione, ci sono tutti i ceti, tutte le età. Gli uomini, le donne, fino a ieri diffidenti, rinchiusi forse nell’egoismo, sono tornati a sentirsi fratelli».
Concludo questa mia riflessione con un’affermazione: io “sono”; ovvero, sono una persona che ha creato, insieme ad altre persone, un’associazione libera e coesa con altre associazioni del territorio offrendo le giuste opportunità di solidarietà umana e sociale a tutti coloro che ne hanno avuto o che hanno bisogno.