di Giovanni Bozzano

 

Cos’era l’astro che nel racconto del Vangelo di Matteo ha annunciato ai Magi la nascita di Gesù e li ha poi guidati fino al bambino? La tradizione dei nostri presepi lo identifica con una cometa, dopo che Giotto, avendo visto quella di Halley nel 1301, la rappresentò nella cappella degli Scrovegni a Padova. Gli studiosi però la escludono: infatti la cometa di Halley, unica segnalata in quei periodi, è stata visibile dalla Terra nel 12 a.C., quindi troppo presto in confronto agli altri indizi sulla possibile data della nascita di Gesù; infatti Matteo e Luca concordano che avvenne ai tempi del re Erode il Grande, che morì nel 4 a.C., dopo che si erano già verificate la visita dei Magi, la fuga in Egitto e la strage degli innocenti; inoltre Luca afferma che Gesù nacque in concomitanza col censimento di Augusto che gli studiosi collocano negli anni 8 e 7 a.C.

Un’altra possibilità individuata dagli studiosi riguardo all’astro è che si sia trattato di una supernova. Tale ipotesi sarebbe avvalorata da quanto riportato nel protovangelo apocrifo di Giacomo: “Abbiamo visto una stella grandissima che splendeva tra queste stelle e le oscurava, tanto che le stelle non apparivano più.” Ma un tale evento non trova riscontri nelle cronache dei tempi e d’altra parte non si comprende come una supernova avesse potuto indicare una direzione, visto che sarebbe apparsa immobile nel cielo delle “stelle fisse”, e quali particolari significati avrebbero potuto esserle attribuiti.

L’ipotesi oggi più accreditata è invece quella che fu già ipotizzata da Keplero che ritenne si sia trattato della triplice congiunzione di Giove e Saturno avvenuta nel 7 a.C. La congiunzione tra i due pianeti si verificò a Maggio e, per effetto dei moti retrogradi apparenti, si ripeté a Settembre ed a Dicembre. Questo spiegherebbe anche la versione di Matteo, secondo il quale i Magi videro la stella in oriente e la rividero quando si trovavano a Gerusalemme. La congiunzione fu particolare perché si verificò nella costellazione dei Pesci ed in vicinanza del Punto di Ariete, ossia nell’intersezione tra Equatore Celeste ed Eclittica che coincide con la posizione del Sole nell’equinozio di primavera. Poteva quindi apparire agli studiosi dell’epoca carica di affascinanti significati magici e mistici: Giove rappresentava l’astro della regalità, Saturno quello della giustizia mentre i pesci erano mitologicamente associati ad Israele ed inoltre l’inizio della primavera coincide con la rinascita della natura, quindi il particolare evento astronomico avrebbe potuto essere letto dai Magi proprio come l’annuncio della nascita in Israele del re della giustizia.

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A sinistra l’affresco di Giotto dell’adorazione dei Magi nella Cappella degli Scrovegni a Padova (1303-1305). A destra rappresentazione della congiunzione tra i Pianeti Giove e Saturno vista da Gerusalemme nel 7 A.C., elaborata tramite il software di “Stellarium”. Oltre ai due pianeti in congiunzione sono evidenziati il Punto di Ariete (intersezione tra Eclittica ed Equatore Celeste) e la costellazione dei Pesci.