di Aldo Manganaro
La storia siamo noi. Così canta Francesco De Gregori. È una constatazione fattiva del tempo, che vede gli esseri umani protagonisti. L’artista, Antonella Checco, nelle cui opere si nota lo studio continuo dell’arte e della sua storia, trova nelle immagini tratte dal reale lo spunto per i suoi dipinti, trasferendo nelle sue opere ciò che percepisce, con l’emozione che la coinvolge. Nel suo dipinto “L’Onda umana” i profughi arrivano come uno tsunami, da terra e da mare. Qualcuno si salva cavalcando l’onda mentre altri affogano.
Il bimbo, l’innocente, riesce perfino a fermare i cecchini.
Questo dipinto, nel rappresentare il moto delle galassie nell’universo, mostra che la Terra è solo un granellino di esso e che su questo pianeta è l’uomo il protagonista di questo movimento.
In questi anni abbiamo visto, dal sud e dall’est del mondo, imponenti migrazioni verso l’occidente. Le ragioni sono la fame e le guerre.
Si vede nell’artista Checco, la volontà di rendere evidente nel dipinto la realtà che la coinvolge e di esprimere in questo i suoi valori di riferimento. Ogni essere umano esprime, a proprio modo, le emozioni. I pittori lavorano i colori, li mescolano per farli nascere come soggetto su una tela. I colori sono l’espressione della vita sulla terra e gli artisti trasferiscono questa bellezza nei dipinti. Non sempre questa combinazione è possibile, perché la bellezza dei colori sulla terra, non rispetta quello che, oggi, gli occhi inumiditi, vedono. Prima il covid e adesso la guerra sono realtà con cui gli artisti devono confrontarsi e per loro è estremamente drammatico mettere su tela sofferenza e morte. Ci sarebbe voluto il genio di Picasso per dipingere i volti dei bambini ucraini e delle loro madri mentre salgono sui pullman, che hanno i colori delle nazioni che vanno ad ospitarli. Penso che l’artista, Antonella Checco, col suo dipinto, testimonia ciò che vede e lascia così alle generazioni a venire un messaggio storico: mai più armi per distruggere popoli interi.