“Il grande califfato” di Domenico Quirico, Neri Pozza Ed.
L’autore, Domenico Quirico, è giornalista e saggista del quotidiano “La Stampa”, responsabile degli esteri. Ha seguito in particolare tutte le vicende africane e mediorientali degli ultimi 20 anni. Nel 2013 ha vinto il premio Indro Montanelli.
Il giorno in cui Quirico, per la prima volta, sentì parlare di califfato fu un pomeriggio del 2012 in Siria, dove era prigioniero di una formazione jihadista.
Il capo di questo gruppo fu esplicito: «Costruiremo grazie a Dio il Califfato di Siria, ma il nostro compito è solo all’inizio… alla fine il Grande Califfato rinascerà!».
Tornato in Italia, Domenico rivelò quello che anche altri comandanti islamici gli avevano confermato: il Grande Califfato non era un semplice sogno ma un preciso progetto strategico. Queste rivelazioni furono snobbate, una buona parte dei media sostenne che erano solo sciocchezze!
Il Califfato era una storia di alcuni secoli fa!
Nel giro di pochi mesi però, tutto è cambiato!
Il Grande Califfato è ora una realtà poitica e militare con cui i gioverni ed i popoli di tutto il mondo dovranno misurarsi.
Il testo non è un trattato sull’Islam ma un viaggio vero e proprio in città, villaggi, deserti e foreste, nei luoghi che dovrebbero far parte di questa nuova realtà.
Si parte da Istanbul e si conclude in Nigeria, con diverse tappe, tra queste: in Libia, Algeria, Tunisia, nelle pianure francesi, ecc.
Parla di esseri umani, delle loro storie, ci mostra come lo stato Islamista esista già in quanto ogni giorno milioni di uomini gli rendono obbedienza, vivono e muoiono, certi di fare la cosa giusta, invocandone la benedizione.
Il nostro autore sostiene che solo vivendo in prima persona a contatto diretto con gli interessati si riesca a comprendere meglio la realtà politica e sociale del Grande Califfato.
I motivi di riflessione che il libro ci pone sono numerosi e spaziano dai problemi politici a quelli religiosi e sociali; l’autore analizza con lucidità i problemi della sicurezza, dei continui massacri, degli interminabili flussi migratori, del reclutamento jihadista nei paesi occidentali, della colpevole sottovalutazione internazionale senza dimenticare le responsabilità dirette e gli errori strategici delle potenze mondiali.
Parliamo di un testo di estrema e tragica attualità da leggere attentamente per conoscere in maniera corretta e realistica un fatto reale.
Ricordiamo che il mondo arabo indica con il termine “califfo” il supremo monarca (non il capo religioso come spesso si crede) di tutti i paesi arabi.
Il titolo fu assunto dopo la morte di Maometto (632). Il califfo fu in teoria sempre elettivo, sebbene sia stato spesso trasmesso per via dinastica. Il potere del califfo era quello di un sovrano assoluto. Alle sue dipendenze con una forma di rapporto che ricorda quello dell’imperatore del Sacro Romano Impero stavano i governatori delle singole regioni che avevano localmente le stesse qualifiche del califfo.