di Marco Spiaggi, dipendente DLF, responsabile Cinema Albatros
Quando mi è stato chiesto di scrivere l’editoriale per questo numero confesso che ho provato un mix di soddisfazione e disagio perchè non sono abituato a scrivere pensieri se non promozionali o di informazione e, in questo caso, gli argomenti dovevano essere differenti, Così, sforzandomi di non cadere nella banalità ho iniziato ad abbozzare diversi temi ma poi ho convenuto, con me stesso, che la cosa migliore sarebbe stata esprimere il mio personale pensiero riferito ai tempi che stiamo vivendo.
Un anno fa cambiava il mondo. Tutte le nostre preoccupazioni quotidiane, dalle più banali ai problemi più seri, venivano investiti, sovrastati, da un nuovo e inaspettato argomento… Una pandemia mondiale.
Uno tsunami emotivo che ha colpito tutte le generazioni a vari livelli, persino le persone più anziane che hanno vissuto gli orrori della guerra, della fame. E abbiamo cantato dai balconi, siamo andati a fare la spesa anche per i vicini di casa, abbiamo portato un pensiero all’amico che passava il compleanno da solo per alleggerire la sua giornata, anche contravvenendo alle regole di quei giorni. Insomma abbiamo cercato di reagire, come meglio potevamo. Poi, ciò che pensavamo, speravamo, sarebbe stato risolto nel giro di pochi mesi invece si è rivelato destinato a restare con noi per molto più tempo e, inevitabilmente, abbiamo iniziato a fare i conti con tutta una serie di problemi, come quelli economici legati al lavoro e quelli relazionali legati al “distanziamento sociale”.
Che brutte parole “distanziamento sociale”. Ma come? Abbiamo passato anni a cercare di fare l’esatto opposto! Riunione, condivisione, piacere di stare insieme e adesso è ILLEGALE! Già, illegale ma necessario… ok, va bene, abbiamo cercato di accettare anche questo. Ma non deve diventare un nuovo stile di vita, dobbiamo ricordarci che è solo una “cura” necessaria per anticipare il più possibile il ritorno alla nostra tanto discussa normalità… Quanto ci siamo lamentati della vita che facevamo prima del virus? Ora preghiamo ogni giorno di ritornare presto a quella vita. Perchè tutto ciò ci ha reso chiaro che cosa è davvero importante e fondamentale per ciascuno di noi.
Mi piace figurare la vita di ciascuno come un piccolo giardino, dove poter coltivare le piante e i fiori che più ci piacciono e ci rendono sereni. I giardini, si sa, necessitano di cure per essere mantenuti in salute e bellezza e, spesso, non facciamo caso o non abbiamo tempo di estirpare le erbacce che lo infestano…
Ma le erbacce sottraggono nutrimento alle nostre piante più belle e, quando le lasciamo crescere troppo, ci impediscono persino di riconoscerlo questo giardino. Questa pandemia è stata una vera grandinata che ha sommerso tutto, gettando ulteriore confusione sui giardini che già necessitavano di cure. Ora spetta a noi. La grandine si è sciolta e tutte le piante sono ancora vive, dobbiamo solo estirpare quelle che non vogliamo ed avere la massima cura per tutte le altre.
Per molti non sarà cosa facile, ok, credo sia normale, ma… siamo un po tutti “giardinieri” e possiamo certamente aiutarci in questo compito, perche i nostri giardini sono tutti diversi e separati, è vero, ma condividono la stessa terra e mantenere in salute la terra del nostro vicino equivale a preservare e migliorare la nostra.
Sant’Agostino diceva “vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo”! Quindi? Che aspettiamo a sistemare il nostro giardino? Rimbocchiamoci le maniche, permettiamo a qualche giardiniere di darci una mano e rendiamolo sano, bello e rigoglioso!
Ah, se vi servissero diserbante e attrezzi vari, venite al DLF, ne abbiamo in quantità per tutti!