di Gianpiero Anelli
Molto spesso le battute che circolano ancora adesso tra la gente confermano un modo di pensare radicato da secoli nella mente di molti uomini e purtroppo anche di diverse donne: se l’uomo si concede qualche avventura è un “figo” da prendere come esempio, se una donna si permette di fare certe cose viene guardata con disprezzo; qualsiasi affermazione positiva ha come interprete l’uomo, e se è negativa, naturalmente riguarda la donna.
Questo modo di pensare troppo spesso preso con leggerezza può portare a drammi quotidiani in cui la donna non è vista come “una persona vera” ma come un oggetto di proprietà dell’uomo; basti pensare che l’80% di femminicidi avviene in ambito familiare, per varie motivazioni come scoppi fanatici di gelosia o l’incapacità di accettare la fine della relazione.
La conferma che molte volte la donna è considerata “merce di scambio” sono i matrimoni combinati per interesse, ancora in uso in diversi paesi, dove, addirittura alle bambine viene scelto il marito, il “padrone”! Questa mentalità sta cambiando, ma troppo lentamente; se vogliamo veramente un radicale cambio di rotta che porti dignità, civiltà, dobbiamo incidere nei settori fondamentali del crescere quotidiano: la scuola e la famiglia.
Fortunatamente qualcosa si muove: nel dicembre 2021 è stata approvata a larghissima maggioranza una nuova legge contro la violenza sulle donne, un passo sicuramente importante, ma, a mio parere, ancora migliorabile perché dobbiamo sempre ricordare che la vita delle persone è la cosa più importante e la violenza deve essere fermata. Gli esempi di discriminazioni di genere li troviamo in tutti i settori: nel mondo del lavoro privato, ad esempio, la donna può guadagnare fino al 30% in meno e in alcuni comparti come quelli tecnici la presenza femminile è scarsissima.
Molte volte la donna per ottenere un lavoro o difenderlo viene ricattata con violenza fisica, psicologica e stalking. Ricordiamo che l’Italia è agli ultimi posti in Europa nel campo dell’occupazione femminile.
Dobbiamo prendere atto – senza più chiudere gli occhi o alzare le spalle – che da secoli, le vecchie tradizioni popolari, le leggi e le religioni, hanno spesso contribuito, in modo diverso da paese a paese ad emarginare e discriminare la donna.
In ambito istituzionale la prima donna a ricoprire un incarico importante è stata Nilde Iotti, primo membro del Consiglio Europeo e Presidente della Camera dal 1979 al 1992, ben 34 anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale! Attualmente abbiamo Emma Bonino leader del Partito Radicale e Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia; al Governo Elisabetta Alberti Casellati e diverse ministre, ma quando ii Premier o un Presidente della Repubblica donna? In Europa abbiamo molti esempi.
La vera Giornata della Donna sarà quando tutti i giorni dell’anno li vivremo come l’8 marzo. L’Everest è ancora lungo e faticoso da scalare, ma dobbiamo proseguire imperterriti il nostro cammino verso la dignità, l’uguaglianza e la civiltà! Avanti ragazzi possiamo farcela!
Da domani il mio nome completo e civilizzato comprenderà anche quello di mia madre, come dovrebbe essere sempre per legge: ANELLI – LAURENTI Gianpiero!