Intervista pubblicata sul Rapporto Annuale dell’Osservatorio Nazionale sul Disagio e sulla Solidarietà nelle Stazioni Italiane 2014

 

Marco Girella è il presidente dell’Associazione Soleluna Onlus, che gestisce l’Help Center della stazione di Genova Cornigliano, tra l’aeroporto e le vecchie acciaierie Italsider. Presso il centro è operativa una mensa, cui negli anni si sono aggiunti vari altri servizi, soprattutto in ambito socio-sanitario. Soleluna conta circa 120 volontari, che si alternano in turni da 6/8 persone nella gestione delle attività.

Cominciamo con un giudizio globale sul 2014.

Il 2014 è andato bene: siamo riusciti a mantenere attivi tutti i nostri servizi tradizionali. Non si va mai verso un depotenziamento. Anzi, siamo anche riusciti a potenziarne alcuni. Dal punto di vista della mensa, l’utenza si è mantenuta costante e il numero dei pasti che forniamo è rimasto fisso. Si riscontra, forse, una leggera difficoltà nella raccolta del cibo, molto irregolare e molto alterna, e a volte la cosa ci pone qualche problema. Anche nelle risorse finanziarie c’è stato un calo molto sensibile rispetto all’anno precedente, ma per ora si riesce comunque a tenere in piedi l’attività.

Anche nel 2013 avevate evidenziato un calo delle donazioni di cibo, bilanciato comunque da un accordo con la Coop. Avete mantenuto questa relazione?

L’accordo con la Coop è sempre valido, così come quello con la mensa aziendale di Ansaldo Energia, che ci fornisce quotidianamente i pasti non consumati. Il gettito degli alimenti che arriva, però, ha dei picchi e delle cadute: nonostante qualche difficoltà in più, il servizio è sempre regolare. Da un punto di vista organizzativo, è molto impegnativo il lavoro di rifornimento quotidiano presso le mense: effettuiamo un giro quotidiano dalle 14 alle 16 e tutto il cibo è raccolto nel rispetto della normativa. Per quanto riguarda la Coop, il nostro furgone si reca settimanalmente presso il centro di smistamento di Rivalta Scrivia, a circa 80km da Genova, che serve un complesso di punti vendita di Liguria, Piemonte e Lombardia. Si può dire che Soleluna sia diventato in questi anni nel territorio un soggetto pilota in quel recupero di generi alimentari che, grazie anche all’Expo di Milano, è diventato oggi un tema molto trattato, ma poco praticato e di cui molti parlano per sentito dire. Sul tema ci sarebbe invece molto da fare, sia sul piano pratico, sia sul piano normativo, magari confrontandosi con quei soggetti che sono già operativi e che hanno maggiore esperienza.

La riduzione dei fondi per il Banco Alimentare ha avuto un impatto negativo sui vostri servizi?

Non abbiamo risentito molto di questi tagli, salvo un po’ negli ultimi mesi del 2014. Dal Banco Alimentare prendiamo soprattutto pasta, che non è mai un grosso problema, perché si può reperire facilmente attraverso molti altri canali. Per tutti i gestori delle mense il punto più delicato è il secondo, ma gli alimenti per cucinarlo non provengono tanto dal Banco Alimentare. Sicuramente le organizzazioni che distribuiscono i pacchi alimentari sono state maggiormente penalizzate da questo punto di vista. L’amministrazione del fondo FEAMD, che finanzia il Banco Alimentare, ha introdotto nuove norme per la distribuzione, legate all’ISEE. Gran parte dei soggetti accreditati sono fuggiti di fronte a procedure che ritengono eccessivamente complicate.

Che andamento hanno avuto nel 2014 i servizi che fornite oltre alla mensa?

Abbiamo raddoppiato il servizio del gabinetto dentistico, a causa di un forte aumento della richiesta: siamo passati da una a due volte la settimana, grazie all’intervento professionale di due dentisti volontari. Stiamo cercando di dedicare il massimo delle risorse possibili, perché quello delle cure dentali è un settore poco coperto dai servizi, rispetto a bisogni primari, come mangiare e vestirsi. Con due dentisti, siamo riusciti a curare almeno 15 utenti la settimana. Una volta la settimana forniamo anche il servizio di medicina di base, con tre medici volontari. Tenere in piedi questa struttura ci richiede parecchio impegno, ma ne vale la pena perché la domanda è in continua crescita. La maggiore difficoltà che incontriamo è quella relativa al reperimento dei medicinali necessari, in particolare antibiotici ed antidolorifici. In proposito ci dicono i nostri medici che, contrariamente a quello che si crede, gli extracomunitari arrivano da noi sani e si ammalano in loco a causa delle condizioni in cui si trovano a vivere.

Gli utenti dei servizi medici sono quindi piuttosto cittadini stranieri?

Direi per 2/3 stranieri e 1/3 italiani. Visitiamo anche molti bambini. Si tratta per lo più di persone che o non possono accedere al servizio sanitario nazionale o non hanno il background necessario per andare da sole dal medico o in ospedale e hanno bisogno di un ambiente in qualche modo protetto per avvicinarsi alle cure. Per le cure dentali l’accesso alle strutture pubbliche è di fatto molto problematico. I nostri dentisti non fanno protesi, ma eseguono ricostruzione e cura. Gli utenti hanno bocche spesso disastrate, ma si riesce a rimetterle abbastanza a posto. L’elemento interessante è che ci sono persone che hanno preso a venire regolarmente per seguire un percorso di risanamento in cui mettono impegno e costanza.

Quali altri servizi fornite a Genova Cornigliano?

Nel 2014 abbiamo pianificato un servizio nuovo, che svolgiamo in collaborazione con la Caritas diocesana, ogni sabato mattina. Si tratta di un servizio doccia dedicato ai bambini Rom e alle loro madri. L’obiettivo di questa azione è evitare la discriminazione a scuola nei confronti di questi bambini che, oltre alla loro origine, rischiano di essere emarginati anche per le loro condizioni igieniche. Al di là della bontà di questo servizio specifico, siamo felici della sinergia nata con Caritas, che si inserisce nel nostro percorso tradizionale, che ha sempre puntato molto al lavoro di rete e all’estensione delle collaborazioni. Anche per quanto riguarda il cibo che riceviamo: se abbiamo dei surplus, lo distribuiamo ad altre organizzazioni.

Il servizio docce è riservato ai bambini Rom, o è anche aperto ad altri utenti?

No, è tendenzialmente aperto a tutti i nostri utenti ed in passato siamo riusciti a farlo funzionare regolarmente due volte alla settimana. In effetti, nel 2014 il servizio è andato avanti con alternanza per problemi strutturali: la realizzazione della nuova strada a mare ha causato spesso interruzioni dell’erogazione dell’acqua, ma ora i problemi sono risolti e ci sforzeremo, quindi, a breve di ristabilire la regolarità di un servizio fondamentale, in una città in cui i bagni pubblici sono praticamente spariti.

In termini di tipologia di utenza, avete notato variazioni rispetto al 2013?

Non registriamo grosse variazioni. La nostra utenza è, sin dall’inizio, piuttosto giovane. Anche se non rileviamo sistematicamente l’età, posso dire che la grande maggioranza si colloca intorno ai 40 anni. Gli stranieri che vengono da noi, poi, sono di recente immigrazione, quindi giovani. Italiani ce ne sono, gente che ha perso il lavoro o situazioni familiari di rottura. Con riferimento ai frequentatori della mensa, quando abbiamo iniziato, vale a dire una diecina di anni fa, il rapporto italiani/stranieri era di 30/70; ora siamo vicini a 50/50.

Poco fa ha accennato alla demolizione delle acciaierie, che per decenni hanno costituito il segno distintivo di Cornigliano. È in corso un progetto di riqualificazione dell’area che abbia un impatto positivo sulla stazione?

C’è un’idea di riqualificazione e bisogna dire che la situazione a Cornigliano è migliorata: lo vediamo anche dalle presenze in stazione, occupandoci noi – in virtù dell’accordo che abbiamo con Ferrovie dello Stato Italiane – delle pulizie delle aree dedicate ai passeggeri. Tuttavia, a fronte di questo miglioramento, dobbiamo segnalare un forte aumento del disagio sociale nella vicina Sampierdarena. Qui, oltre ad un’immigrazione massiccia e non ben metabolizzata di persone provenienti dall’Ecuador, il problema grosso è rappresentato da un aumento incredibile di sale giochi, alcune delle quali sono enormi. Questa diffusione indiscriminata di luoghi dove praticare il gioco d’azzardo ha fatto sì che l’ambiente sia percepito come più degradato e problematico di quanto sia effettivamente, perché sia Cornigliano che Sampierdarena sono tutto sommato luoghi con una socialità molto viva e non privi di spazi fisici apprezzabili. Cornigliano risente comunque degli effetti negativi di ciò che accade a Sampierdarena, anche se non abbiamo da riportare episodi di violenza che ci abbiano riguardato da vicino. Tutto questo, però, qualche preoccupazione la suscita.

E se spostiamo lo sguardo sull’intera città?

La situazione a Genova non mi sembra cambiata in misura rilevante, ma certo nel 2014 non ci sono stati segni di miglioramento in città: la crisi continua e continuano i suoi effetti negativi nei confronti degli strati più deboli della popolazione.