di Marco Galaverna

Presenza quotidiana nel nodo genovese per una quindicina d’anni, i treni di elettromotrici ALe 803 e carrozze rimorchiate Le 803 hanno concluso un’onesta carriera sulle sponde lariane giusto un anno fa. Ne ricordiamo brevemente la storia.

Fino a un passato non lontano, le FS non mostrarono un particolare interesse verso il servizio viaggiatori di tipo metropolitano, che, sulla rete statale, si limitava al passante di Napoli e al “servizio urbano” di Roma, sul tratto iniziale della linea per Viterbo, a cui si può aggiungere quello fra Voltri e Nervi e poco altro. I passanti ferroviari di Torino e di Milano sono più recenti. Non a caso le FS giunsero a progettare treni specifici per i servizi metropolitani in ritardo rispetto ad altri Paesi europei.

Ad esempio, le ferrovie francesi già nel 1955 avevano messo in servizio, sulle linee intorno a Parigi, le elettromotrici Z 5101-5182 con ben quattro porte per fiancata, capostipiti di varie serie di treni contraddistinti dalla cassa in acciaio inox non verniciato, destinate al servizio suburbano. In Germania, per servizi similari, già fra le due guerre erano state costruite carrozze a due piani di concezione originale.

In Italia, i primi treni moderni specificamente pensati per i servizi vicinali attorno alle maggiori città furono quelli composti da automotrici elettriche ALe 803 e relative rimorchiate, progettati dalle FS nel 1957 e ordinati due anni dopo. Da noi, questi sono stati i primi mezzi leggeri dotati di tre porte a comando pneumatico per fiancata, scelta motivata dall’opportunità di rendere più spedita la salita e la discesa dei viaggiatori e ridurre il tempo di sosta alle fermate, cosa importante appunto nei servizi suburbani.

Il disegno della cassa e le apparecchiature di trazione riprendevano quelli delle elettromotrici ALe 601, progettate negli stessi anni per i servizi rapidi e di rango elevato, ma la velocità massima era limitata a 130 km/h, valore peraltro più che sufficiente nei servizi con fermate ravvicinate. La coloritura crema/amaranto, in anni recenti sostituita dalla livrea unificata XMPR, era del tutto inedita e sarebbe rimasta unica nel parco FS. La fotografia, da me ripresa nel 1978 nella stazione di Genova Pontedecimo, mostra un convoglio spinto da una ALe 803 nell’aspetto originario, in partenza verso i Giovi.

Il primo lotto, costituito da complessi di tre elementi con unità di trazione classificate ALe 803.001 – 034, fu costruito dal 1961 al 1963. Questi treni furono inizialmente assegnati alla capitale, per le linee dei Castelli Romani; le unità successive furono destinate al passante di Napoli e, dal 1964, al servizio suburbano Voltri – Nervi, inaugurato proprio in quell’anno. Il secondo lotto di quindici treni, costruito tra il 1972 e il ’73, fu previsto per il nodo di Napoli e, con la disponibilità d’un numero maggiore di carrozze rimorchiate, iniziarono a circolare sulla Riviera Ligure anche composizioni di quattro elementi [1].

In luogo dei ganci e dei respingenti tradizionali, i treni del secondo lotto ricevettero dall’origine il gancio automatico, come quello della foto, il quale avrebbe facilitato l’accoppiamento di due complessi, per formare convogli di sei elementi, cosa che però avvenne assai raramente.

Dal nodo genovese, le ALe/Le 803 iniziarono a emigrare con l’arrivo, nel 1976, delle nuove ALe801/940, più capienti e veloci. Le unità col gancio automatico vennero concentrate a Cremona mentre, per effetto di trasferimenti, altre dotazioni furono costituite presso gli impianti di Bologna, Trieste e Lecco.

Attorno ai maggiori centri, infatti, l’aumento della mobilità pendolare rendeva in molti casi insufficiente la capienza delle ALe 803 e più vantaggioso il ricorso a treni navetta con carrozze a due piani o a piano ribassato. Così, le nostre elettromotrici, nate per le aree metropolitane più trafficate, conclusero la carriera su più tranquille linee di campagna, come la Colico – Chiavenna in Valtellina, sulla quale ebbi l’ultima occasione di salirvi a bordo nello scorso decennio.

Iniziati gli accantonamenti negli anni Duemila, le unità più longeve hanno cessato il servizio a Lecco, nel 2015.

 

[1] G. Cornolò, “Automotrici elettriche”, Ermanno Albertelli Editore, 1985
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Marco Galaverna

Nato a Genova nel 1963, si è laureato in Ingegneria Elettronica presso l’Università degli Studi di Genova e presso il medesimo ateneo ha conseguito il Dottorato in Ingegneria Elettrotecnica. Dal 1989 fornisce supporto presso la stessa Università alle attività didattiche per diversi corsi attinenti all’Ingegneria dei Trasporti. Socio dal 1990 del Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani (C.I.F.I.) è stato Delegato della Sezione di Genova di tale Collegio dal 1998 al 2006. È autore di oltre 100 pubblicazioni scientifiche nel campo dell’Ingegneria dei Trasporti e del libro “Tecnologie dei trasporti e territorio” insieme al Prof. Giuseppe Sciutto. Dal 1992 è docente di Elettronica e materie affini presso l’Istituto d’Istruzione Secondaria Superiore Einaudi-Casaregis-Galilei di Genova.