Giovedì 23 giugno 2022 l’Assemblea Generale del Dopolavoro Ferroviario, convocata come ogni anno per l’approvazione del bilancio consuntivo DLF dell’anno precedente, si è trasformata in una festa spettacolare. Un evento senza precedenti. Una festa perché, dopo gli anni di pandemia da covid-19, finalmente è stato possibile organizzare di nuovo l’incontro in presenza, al Teatro delle Muse, a Roma, in Via Forlì 43, e 200 persone sono arrivate da tutta Italia a riempirlo.
E spettacolare è stata l’accoglienza in teatro di Massimo Bruno, Chief Corporate Affairs Officer del Gruppo FS Italiane, da parte di Giuseppe Tuscano, Presidente Nazionale DLF: due sedie al centro del palcoscenico, disposte sotto al grande schermo su cui sono scorsi i video promozionali DLF e il video della campagna FS 2022 intitolato “Un tempo nuovo”, con la regia di Paolo Genovese. Il “tempo nuovo” è quello di cui ha parlato Massimo Bruno nel corso della presentazione del Piano Industriale del Gruppo FS Italiane ed è proprio quello in cui il Dopolavoro Ferroviario intende trovare ruolo e collocazione, come chiaramente espresso da Giuseppe Tuscano durante la brillante conversazione tenuta sul palco con il Dirigente.
Entrambi da quasi un anno alla guida l’uno del Gruppo FS, l’altro del DLF, come sottolineato da Massimo Bruno, provenienti da esperienze diverse, si trovano a intraprendere un percorso nuovo. In azienda si sta cercando di portare una mentalità nuova, diversa, che pone al centro dell’interesse le donne e gli uomini, soprattutto. Il tempo nuovo è un tempo umano, come recita la voce fuori campo nel video.
Le Ferrovie dello Stato Italiane hanno in questo momento un ruolo fondamentale perché il “sistema Italia” possa andare avanti, riconosciuto da tutti, dal premier fino all’ultimo degli onorevoli, afferma Massimo Bruno, ed hanno ricevuto dallo Stato, tramite il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), ingenti risorse da mettere a frutto per il Paese.
Fattori abilitanti del Piano Industriale 2022-2031, che ne dovranno sostenere l’attuazione, sono innovazione, digitalizzazione, connettività e valorizzazione delle persone del Gruppo*. L’azienda vuole investire sul personale, con politiche che si rivolgano a tutte le fasce d’età e che puntino a eliminare le differenze di genere, oltre a rinnovare il management e a cambiare il modo di lavorare, perché il mondo è cambiato.
Massimo Bruno continua: “Un grande sforzo deve essere compiuto nell’aumentare la sicurezza sul lavoro e, insieme ai sindacati, sui tavoli decisionali, un intervento deve necessariamente invertire la tendenza a puntare principalmente al profitto, agli interessi degli azionisti, per cercare invece di migliorare la vita dei colleghi, di tutte le maestranze che lavorano per noi e, infine, dei clienti”.
È arrivato, quindi, il momento di passare la parola ai rappresentanti di due delle 101 sedi del Dopolavoro Ferroviario presenti sul territorio italiano.
Anche il DLF Genova è salito sul palco, con Claudio Gianì: questi è un ingegnere, ha assunto l’incarico di amministratore dell’Associazione DLF Genova, nonché di responsabile della sicurezza e di quanto concerne le manutenzioni; cura i rapporti con gli Enti locali e nazionali. In conseguenza al fatto che il Dopolavoro Ferroviario di Genova, con la sua sede in Valpolcevera, è diventato il perno della società civile ligure dopo la caduta del ponte Morandi, sono stati intessuti rapporti importanti con il territorio genovese, con le società RFI e Trenitalia. Sul palco Claudio Gianì ha incentrato il suo discorso sulla necessità di intervenire a favore delle sedi DLF territoriali per recuperare immobili ed aree che stanno cadendo a pezzi perché il DLF è CASA di tutti, di ferrovieri e non. Un intervento applaudito e con il quale moltissimi altri esponenti del mondo del Dopolavoro si sono trovati d’accordo.