di Cristian Sedda, Segretario Regionale Uiltrasporti Ferrovieri Liguria
Il settore dei Trasporti è da sempre un elemento cardine della società proprio per gli scopi che si prefigge, di favorire i collegamenti tra persone e lo spostamento delle merci e di contribuire al progresso generale attraverso i necessari interscambi.
Mai come negli ultimi anni abbiamo potuto constatare l’importanza dei collegamenti che, seppur con qualche difficoltà, hanno garantito al Paese la mobilità delle persone e gli approvvigionamenti necessari a superare la crisi dovuta alla pandemia.
Come gli altri ambiti del settore, anche il trasporto ferroviario nazionale ha avuto pesanti ripercussioni dovute ai lockdown e alle diverse norme che si sono susseguite negli ultimi due anni.
Ma si può dire che la nostra Regione avesse seri problemi nel trasporto anche ben prima della pandemia seppur di diversa natura.
La caduta del Ponte Morandi nel 2018 ha letteralmente tagliato in due una città ed una Regione già in difficoltà per via della sua particolare orografia e di un enorme ritardo nell’ammodernamento delle infrastrutture.
Le limitazioni al traffico autostradale che ne sono seguite e che ancor oggi e per ancora molti anni ci accompagneranno rendono ancor più difficile spostarsi in ambito regionale e fuori regione, considerando la particolare vocazione turistica della Liguria e gli alti tassi di pendolarismo verso il capoluogo, che pongono la nostra regione ai primi posti in Italia per spostamenti giornalieri.
In questo particolare contesto il trasporto ferroviario da sempre si è posto come soggetto fondamentale ad assicurare le esigenze di spostamento di persone, garantendo tempi di viaggio più certi rispetto all’imprevedibilità del traffico stradale ed autostradale.
Gli effetti di una pandemia non ancora del tutto rientrata hanno inevitabilmente portato delle novità anche, e soprattutto, sulla minore esigenza di spostarsi per svolgere le proprie attività quotidiane nei due anni scorsi, per cui le Imprese di Trasporto hanno dovuto necessariamente rimodulare la propria offerta in modo repentino e non programmato con riduzioni fino al 50% dei treni regionali e di più del 90% delle lunghe percorrenze con conseguenti grosse perdite economiche sulla mancata bigliettazione nonché l’aumento dei costi derivanti dalle misure di contenimento del virus, solo in parte ripianati dagli interventi dello Stato.
Seppur con una consistente riduzione dei treni su tutto il territorio nazionale il Gruppo Fs ha garantito la mobilità del Paese e al tempo stesso, è giusto ricordarlo, gli stipendi dei lavoratori, anche attraverso l’utilizzo dello smart working laddove era possibile e senza mai dover ricorrere allo strumento della cassa integrazione.
Il ricorso alla gomma per il trasporto delle merci, seppur con parecchie difficoltà, nella nostra regione resta ancora la scelta più conveniente ma sicuramente gli aumenti dei carburanti e dell’energia degli ultimi mesi a causa del conflitto ucraino imporranno più che qualche riflessione se non un intero ripensamento degli attuali strumenti della logistica.
Nell’ultimo anno abbiamo registrato forti investimenti delle imprese di trasporto ferroviario che in Liguria si prefiggono, a prezzi concorrenziali, di spostare sempre più quote di merci dalla gomma al ferro tra i porti liguri e il resto d’Europa, creando nuovo mercato o sottraendolo a Mercitalia che, nonostante diverse rivisitazioni organizzative, non è ancora stata in grado di riorganizzarsi efficientemente per poter stare al passo con i propri competitors, né può giocarsela con loro su regole comuni, per via di una liberalizzazione del settore che non garantisce l’applicazione del contratto delle attività ferroviarie da parte di tutti i soggetti che operano nel trasporto su ferro e che si traduce infine in una concorrenza spietata sui costi del personale con condizioni di lavoro meno tutelanti.
É molto importante che le Aziende ferroviarie di trasporto merci si presentino in tempo ai diversi e tanto attesi appuntamenti che porteranno, in vari step, un considerevole aumento della capacità delle linee ferroviarie da e per i porti liguri.
Il sindacato non può che considerare con favore i tanti e importanti interventi infrastrutturali che tra qualche anno restituiranno prospettive di lavoro in una regione che deve puntare tutto sui propri porti e sul turismo, non potendo contare su grandi realtà industriali.
La Liguria, attraverso Rfi, è interessata da una mole di investimenti in ambito ferroviario per circa 14 miliardi di euro:
- il collegamento del sistema portuale di Genova e di tutta la Liguria con il nord Italia e con il nord Europa attraverso la nuova linea ad alta capacità ferroviaria Genova-Rotterdam nell’ambito del progetto europeo dei corridoi ferroviari.
- il Nodo di Genova con la separazione dei flussi tra i treni regionali e la lunga percorrenza, il famoso quadruplicamento dei binari tra Genova Voltri e Sampierdarena (2 per i regionali e i lunga percorrenza e 2 dedicati ai metropolitani) che permetterà di eliminare i colli di bottiglia anche attraverso il passante che connetterà direttamente il porto di Prà al Terzo Valico dei Giovi; i nuovi interventi infrastrutturali porteranno dal 2024 un aumento di 80 treni al giorno (+49% treni giornalieri). Uno sviluppo in piena coerenza con il Libro Bianco dei Trasporti UE che chiede un progressivo trasferimento delle merci dalla strada alla ferrovia del 30% entro il 2030 e del 50% entro il 2050.
Altri 2 binari collegheranno Principe e Brignole per il traffico regionale (il cosiddetto sestuplicamento) - il potenziamento dello scalo di Campasso con i suoi 8 binari fino a 750 metri che consentiranno la formazione di treni merci “lunghi”, con una potenzialità di 42 treni al giorno tra arrivi e partenze
- il nuovo ACC di Brignole e le opere relative all’attestamento della Metropolitana a Terralba
- il nuovo parco ferroviario Fuori Muro all’interno del porto di Genova che sarà poi preso in consegna da Rfi
- il raddoppio ferroviario dei 32 chilometri di linea tra Finale e Andora
- il restyling di 54 stazioni ferroviarie liguri comprese le principali del capoluogo e la creazione della nuova stazione di Genova Voltri
- il progetto Gate con la creazione di un Hub di scambio che consentirà di collegare la nuova fermata di Sestri Ponente in via Siffredi all’aeroporto e agli Erzelli attraverso una cabinovia, lo spostamento dell’attuale fermata di Cornigliano all’altezza di via D’Acri e il ribaltamento a mare dell’attuale stazione di Sestri Ponente.
Nel loro complesso, una volta portati a termine, tali investimenti potranno portare la nostra regione a diventare la porta del Mediterraneo per i Paesi del Nord Europa.
In virtù della mole di attività straordinarie Rfi sta riorganizzando le proprie attività in Liguria puntando soprattutto su una forte spinta assunzionale i cui precedenti si possono ritrovare solo all’epoca di Ferrovie dello Stato che erano soggetto pubblico.
Negli ultimi 10 anni gli organici del personale ferroviario in Liguria sono aumentati del 10% .
Dall’aumento delle attività scaturisce un’esigenza di costante monitoraggio del sindacato quale soggetto che, in momenti di riorganizzazione così marcati, garantisca, sia a livello nazionale che sul territorio, che il cambiamento possa avvenire nel rispetto di eque condizioni lavorative, della salute e della sicurezza dei lavoratori.
È evidente che diverse variabili detteranno i volumi di richiesta di trasporto pubblico e di merci nei prossimi anni nella nostra Regione, tenuto conto dell’attuale capacità ridotta delle nostre linee in ordine ai cantieri ferroviari in corso e, in prospettiva, dell’aumento della potenzialità della nostra rete nei prossimi anni.
Attualmente stiamo assistendo al graduale rientro in presenza della maggior parte delle attività lavorative e alla ripresa dei flussi turistici stagionali che sono ancor maggiori che nel pre-pandemia soprattutto per l’incremento degli arrivi dall’estero.
Oltre ai già menzionati disagi stradali ed autostradali anche l’aumento esponenziale dei costi del carburante già oggi fanno orientare il viaggiatore (pendolare o turista) su scelte di trasporto pubblico anziché sull’utilizzo del proprio automezzo.
Con queste prospettive è necessario una maggior capacità adattiva delle Aziende.
In questo particolare contesto, è necessario ricercare soluzioni e articolazioni organizzative che anticipino gli scenari lavorativi in rapporto ai flussi, in modo da poter garantire un’offerta di trasporto adeguata alla richiesta e, compatibilmente alle limitazioni stradali e ferroviarie in alcuni periodi o in alcune fasce orarie dovute ai cantieri, non farsi trovare impreparati.
Pur riconoscendo le pesanti perdite che Trenitalia e l’intero Gruppo hanno subito, in Liguria abbiamo registrato un immobilismo organizzativo e un ritardo nelle assunzioni a cui già da tempo si possono attribuire molte delle numerose soppressioni di treni regionali che l’Azienda imputa alle assenze del proprio personale a vario titolo.
In realtà, già da anni, e non solo a seguito della pandemia, per il personale viaggiante (macchinisti e capotreni) vi è un’estrema difficoltà nella concessione delle ferie, sintomo di un’oggettiva inadeguatezza degli organici.
Trenitalia per lungo tempo si è trincerata dietro stime di organici e coefficienti di scala nazionali che, secondo il sindacato, non trovano corrispondenza in Liguria.
Diversamente da altre regioni, le alte punte di pendolarismo ferroviario si sommano alla forte stagionalità turistica tipicamente estiva ma che in parecchie località della nostra regione mantiene flussi importanti anche durante tutto l’inverno.
Negli ultimi anni sono stati inaugurati e consegnati 34 nuovi treni dei 48 previsti, secondo le scadenze dettate dagli Accordi sul Contratto di Servizio tra Regione Liguria e Trenitalia che porterà al rinnovo completo della flotta regionale entro il prossimo anno.
Resta ancora incompiuta l’officina di Savona che nella presentazione ufficiale del progetto di ben 11 anni fa doveva diventare il principale polo manutentivo in Liguria.
Ad oggi parte dei disagi del trasporto ferroviario sono dovuti al materiale treno guasto e alle oggettive difficoltà di organizzare la manutenzione in un impianto non ancora completamente attrezzato allo scopo.
Le diverse criticità del servizio si riversano inevitabilmente sulla clientela provocando spesso un notevole sovraffollamento dei convogli ed un mix esplosivo che, a causa della frustrazione dell’utenza esasperata, rischia continuamente di sfociare in episodi violenti a danno dei lavoratori e degli utenti stessi.
Le cronache riportano ormai quasi giornalmente tali episodi che ultimamente si sono spinti fino alla rapina a mano armata ai danni del nostro personale; ciò non può che essere sintomo dell’estremo disagio vissuto a bordo dei nostri treni.
L’interlocuzione continua negli anni con l’Assessore ai Trasporti e con il Presidente della Regione si è caratterizzata su questi argomenti nell’intenzione di far comprendere al Mit le condizioni eccezionali del nostro territorio per poter trovare soluzioni adeguate a garantire un trasporto ferroviario di qualità, sicurezza e condizioni lavorative sostenibili per i lavoratori che tuteliamo.
Nel tentativo di porre la questione ai primi posti la Uiltrasporti assieme agli altri sindacati ha predisposto e inviato, nel tempo, diverse note a Rfi e a Trenitalia in cui a fronte delle citate particolarità della Liguria, si chiede di intervenire, appunto, con misure eccezionali ed adeguate al contesto di trasporto ferroviario che viviamo.
Proprio a seguito del serrato confronto e ai dibattiti affrontati nelle varie sedi, abbiamo raggiunto un grande punto politico e conseguito un ottimo risultato: finalmente Trenitalia, in accordo con il sindacato, si è impegnata ad assumere 51 risorse in più tra macchinisti e capitreno oltre alle 39 assunzioni già effettuate fino a maggio scorso.
L’importante risultato conseguito ancora una volta conferma , se ce n’era bisogno, il ruolo fondamentale del Sindacato e, sebbene restino tanti problemi da affrontare in Liguria in ambito ferroviario, ciò non può che essere da stimolo per continuare nella nostra azione.