DI PATRIZIA CRINITI
“State molto attenti a far piangere una donna, che poi Dio conta le sue lacrime! La donna è uscita dalla costola dell’uomo, non dai piedi perché dovesse essere pestata, né dalla testa per essere superiore, ma dal fianco per essere uguale…. un po’ più in basso del braccio per essere protetta e dal lato del cuore per essere amata…”
Inizia così lo spettacolo che ho presentato al teatro Govi di Bolzaneto venerdì 22 novembre scorso, mentre venivano proiettate le immagini del pittore Roberto D’Arrigo mentre disegna una donna. Roberto è un ferroviere in pensione che si diletta a dipingere e, per l’occasione, la sua musa è stata la donna.
Lo spettacolo, fortemente voluto dal Dopolavoro Ferroviario, è stato patrocinato dal Municipio di Rivarolo in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Il dramma teatrale andato in scena è un mio adattamento che trae ispirazione dal libro “Ferite a morte” di Serena Dandini e si sviluppa con un susseguirsi di monologhi, testimonianze di violenza, intercalati da canzoni e danze. Nel dramma non è la violenza a vincere perché l’amore, contrariamente a quanto spesso succede nella realtà, riesce a neutralizzare i sentimenti che portano un uomo a diventare “un lupo mannaro rabbioso”.
L’anno scorso, a distanza di circa sei mesi una dall’altra, Giulia Tramontano e Giulia Cecchettin muoiono dissanguate a seguito di accoltellamento. Dagli esami emerge che le vittime non sono morte dopo la prima coltellata, erano vive e vedevano i loro carnefici, i fidanzati, i loro non amori. C’è un segnale, un semplice gesto della mano, che permette di a una donna di segnalare di essere in pericolo: informiamoci per fare un passo avanti al fine di attivare protezione e soccorso quando si è ancora in tempo. Nello spettacolo faccio parlare una madre alla quale hanno ucciso la figlia che dice: “l’amore non possiede, non sottomette, non costringe, non giudica, non giustizia”. E prosegue “amare è donare, è rendere felici, stare vicino, proteggere”.
L’amore fra due persone deve trovare fondamento nel rispetto, nel sostegno reciproco, nella condivisione di gioie e dolori, perché per sconfiggere la violenza occorre passare attraverso l’amore.
Voglio ringraziare tutto il cast, nominandoli uno per uno, tutti nel mio cuore:
Le attrici: Federica Menini, Stephanie Riondino, Santina Spanò, Monica Allegri, Chiara Monachello, Mirna Kassis, Giamila Zaghloul, Milena Lanzetta, Roberta Romano, Gisella De Nicolò, Pierangela Marangoni, Ambra Giordano, Alessia Magri.
Gli attori: Paolo Asta, Roberto Dal Ben, Francesco Uccheddu.
La cantante Nice e il cantante Franco Gianni.
Il pittore Roberto D’Arrigo
Le ballerine: Serena Parodi, Simona Catalano, Martina Bancalari, Nadia Bekova, Ginevra Bersani, Sveva Bertorello, Giorgia Brugnone, Sara Brugnone, Lucia Ferrari, Mariavittoria Ghetta, Mara Pavanelli, Clarissa Peghini, Martina Borfiga, Serena Cambiaggio, Erika Cavallo, Cristina Gazzaniga, Mariaserena Gorbetta, Katia Lombardi, Silvia Serafini, Francesca Tricerri, Irene Bertolini, Ludovica Menta, Simona Giannini, Alice De Chirico, Rossana Pedà.
I ballerini Alessio Cesare e Edoardo Leoni
Le coreografe Carolina Sbrillo e Francesca Lasalandra
La scenografa Annamaria Percivalle
I tecnici: Giuseppe Gianni, Giancarlo Cassano, Roberto Sbardella.
La regia è stata la mia e ringrazio, in particolare, Gianna Rossi e Teresa Bruneri, presidente UDI Genova, a cui è stato devoluto il ricavato netto di questo evento.