DI ELISABETTA SPITALERI

“NOI DUE SENZA DOMANI” (LE TRAIN), 1973, diretto da Pierre Granier-Deferre

Il film è una coproduzione italo-francese il cui soggetto è liberamente tratto dal romanzo “Il treno” (Le Train) di George Simenon. pubblicato nel 1961 sulla rivista “Le Nouveau Candide” dal 4 maggio al 6 luglio 1961 in 10 puntate, e in volume dalle Presses de la Cité.

Siamo nel maggio del 1940. Le truppe della Wehrmacht dilagano in Belgio e minacciano i confini della Francia. Dalle Ardenne, dove è stato promulgato un ordine di evacuazione generale, centinaia di profughi lasciano le loro case prendendo d’assalto i pochi treni disponibili.

Fra questi profughi vi è anche Julien (Jean- Louis Trintignant), un uomo mite dalla vita tranquilla e mediocre, di professione tecnico radio e riformato per miopia. Con la moglie incinta e la figlia decide di abbandonare casa e affrontare un lentissimo viaggio verso Sud, viaggio  che sarà continuamente interrotto in piena campagna, con soste di ore su linee secondarie e minacciato dagli attacchi dagli Stuka tedeschi (tutto il film è intramezzato da immagini di repertorio originali della seconda guerra mondiale per mostrare i bombardamenti e le relative devastazioni).

Al momento di partire da Sedan, Julien è stato separato da moglie e figlia perché solo donne, bambini e anziani hanno accesso alle carrozze di prima classe ed è così costretto a viaggiare in coda, sull’ultimo vagone merci. Durante il viaggio vengono raccolte altre persone disperate e in fuga.

Tra queste incontra Anna (Romy Schneider), bellissima ragazza sola e silenziosa, bisognosa di protezione dagli approcci volgari di alcuni sbandati che condividono il vagone. Anna è un’ebrea tedesca che da due anni non vede il marito, quasi certamente morto in un campo di concentramento. Julien non sa neppure cosa siano i campi di concentramento.

Quando il treno viene diviso in due, Julien e Anna proseguono insieme e fra di loro si scatena una grande passione anche fisica.

Il viaggio termina a La Rochelle dove, nel frattempo, si sono già insediati i tedeschi. Per aiutarla con le autorità la fa passare per sua moglie. Scopre però che la vera moglie è in ospedale dove ha partorito. Anna lo accompagna a cercarla ma poi scappa via e scompare dalla sua vita.

Passano tre anni e Julien conduce una vita tranquilla con la sua famiglia. Viene convocato dalla polizia tedesca e gli viene chiesto di riconoscere la foto di una donna ebrea appartenente alla resistenza e che si spaccia per sua moglie. Julien nega e sembra tutto risolto ma perfidamente il commissario fa entrare Anna nella stanza per un confronto. Julien nega di nuovo ma quando sta per andare via non riesce più a fingere indifferenza e quando è già sulla porta torna indietro e dando una carezza ad Anna si compromette irrimediabilmente con i nazisti. Tradendo un po’ lo spirito del romanzo, il finale del film è completamente diverso e volutamente melodrammatico. Nel romanzo Simenon fa incontrare di nuovo i due amanti dopo qualche mese. Il protagonista maschile (Marcel nel romanzo) nega il suo aiuto a nascondere Anna e un suo amico inglese ricercato dalla Gestapo. Trascorso altro tempo, Marcel leggerà i nomi della donna amata fugacemente e quello dell’inglese in una lista di persone fucilate per spionaggio.