DI ELISABETTA SPITALERI
“LA SIGNORA SCOMPARE” – (The Lady Vanishes, 1938 – regia di Alfred Hitchcock)
Il soggetto è tratto dal romanzo “Il mistero della signora scomparsa” di Ethel Lina White. “La signora scompare” è uno dei film del periodo inglese di Alfred Hitchcock e in esso si possono trovare tutti gli elementi tipici delle migliori pellicole del regista, una sceneggiatura solida e con una buona dose di umorismo che si evolve in un’avventura mozzafiato, in misteri e colpi di scena. Una forte nevicata blocca il treno diretto a Londra in partenza in un villaggio sperduto dell’immaginario Stato di Brandica nei Balcani (governato da un dittatore) e tutti i passeggeri devono attendere l’indomani per ripartire e per forza trascorrere la notte in albergo. È qui che la bellissima Iris (Margaret Lockwood), prossima alle nozze, conosce Miss Froy (May Whitty), una simpatica vecchietta, governante ed insegnante di musica con cui condividerà il vagone alla partenza del treno. Fra i passeggeri troviamo altri cittadini inglesi: Caldicott e Charters, tifosi di cricket in viaggio per una partita molto importante, il musicista Gilbert e una coppia di amanti che non vuole essere riconosciuta. Il mattino dopo, alla partenza, Iris è vittima di uno strano incidente. Viene infatti colpita in testa da un vaso da fiori precipitato dal davanzale. Rimane stordita, viene soccorsa dalla premurosa Miss Froy. Si addormenta nello scompartimento e al risveglio l’anziana signora è sparita. La cerca inutilmente ma tutti i passeggeri, scopriremo tutti per ragioni diverse, negano di averla mai vista e considerano Iris vittima di un’allucinazione. Nel frattempo, l’enigmatico professor Hartz ha in progetto di scortare giù dal treno un malato completamente bendato e Gilbert, che si è convinto delle affermazioni di Iris, intuisce con ragione che potrebbe essere Miss Froy.
I passeggeri del treno sono ora nel bel mezzo di un complotto spionistico. È ormai chiaro che Miss Froy ha un ruolo più rilevante di quello di una semplice governante. Le spie guidate da Hartz e da una misteriosa baronessa fanno deviare alcuni vagoni del treno accerchiandoli poi con uomini armati. Miss Froy tenta la fuga attraverso il bosco e fa prima imparare a memoria a Gilbert un messaggio in codice contenuto nelle note di una melodia da trasmettere al Foreign Office nel caso non riuscisse a salvarsi. Dopo una strenua difesa e qualche vittima il gruppo riesce a portare il treno oltre confine. Ci aspetta un lieto fine, con Iris che rinuncia alle nozze perché ormai innamorata di Gilbert e l’incontro al Foreign Office con la simpatica Miss Froy che sta eseguendo al pianoforte la melodia per cui le spie erano disposti ad uccidere. Fortunatamente salva, perché Gilbert per l’emozione non la ricordava più…
Il film venne realizzato nell’autunno del 1937 in sole cinque settimane. Nel libro-intervista “Il cinema secondo Hitchcock” del 1966, a proposito del film il regista dice: “È stato girato nel 1938 nel piccolo teatro di posa di Islington, su di una piattaforma di 30 metri e con sopra un vagone. Il resto è stato fatto con degli schermi di trasparenza e dei modellini”. La pellicola venne quindi realizzata interamente a Londra nei Gaumont-British Studios e in un piccolo teatro di Islington, un borgo a nord della città.
Gli esterni della ferrovia sono stati girati invece nell’Hampshire e in particolar modo lungo la Longmoor Military Railway, una linea ferroviaria britannica set di molte altre produzioni cinematografiche.
Hitchcock ha ambientato spesso i suoi film sui treni. Ricordiamo: “L’altro Uomo” (1951) in cui i due protagonisti sono in viaggio e il primo si offre di uccidere la moglie del secondo in cambio che quest’ultimo si occupi dell’omicidio del padre del primo.
“Intrigo internazionale” (1959), dove lo sfortunato Roger Thornhill (Cary Grant), in fuga dall’FBI perchè principale sospettato di un omicidio che non ha mai compiuto, sale su un treno per Chicago senza biglietto e incontra la misteriosa Eva Kendall (Eva Marie Saint) la quale, pur avendolo riconosciuto, lo aiuta a fuggire. Curiosamente quest’ultimo titolo rimette in scena una situazione simile già vista nel film “Sabotatori” (1941), dove questa volta il protagonista (Robert Cummings) fugge sul treno di un circo. Il treno compare anche all’inizio di “Marnie” (1964), dove la protagonista (Tippi Hedren) fugge col malloppo, o nel film “Il Sospetto” (1941), dove la coppia protagonista (Cary Grant e Joan Fontaine) si incontra e si ama. Ma lo si vede anche nel finale del film “L’ombra del dubbio” (1943), dove l’assassino (Joseph Cotten) muore travolto da un treno dopo aver tentato per la terza volta di uccidere la protagonista Carla (Teresa Wright).