Editoriale Superba maggio-giugno 2014
di Rosaria Augello
L’editoriale sull’ultimo numero di “Superba” scritto da Giovanna Bevilacqua mette in evidenza come, nella vita delle persone, quando si verificano dei cambiamenti, sicurezza e punti di riferimento possono vacillare al punto di non superare le difficoltà che ne derivano.
Adattarsi al cambiamento, gestire la mutata realtà assumendoci la responsabilità delle nostre azioni può essere talmente faticoso da indirizzarci verso l’immobilismo. Aggiungo anche che all’essere umano può risultare piacevole la serie ordinata dei fatti oltre che il naturale susseguirsi degli eventi per sentirsi in qualche modo protetto in mezzo al caos.
In questa mia ultima esperienza a gestire il DLF, ho capito che le persone hanno bisogno di “giustificare” la propria presenza ponendosi quanto più possibile al centro di ogni cosa per non arrivare però, mai ad una vera fine.
La concretizzazione di un atto viene procrastinata, rimandata, magari ripensata e non sempre per “colpa” della burocrazia.
Faccio qualche esempio a noi vicino: la rinnovata struttura di Vesima, pronta a ricevere ferrovieri e amici rischia di essere fortemente penalizzata non solo dalle mareggiate causate dal maltempo ma anche dalle incapacità individuali di chi gestisce la Pubblica Amministrazione.
A fronte di un nostro importante investimento economico per la riqualificazione del Circolo Nautico, non è seguito alcun intervento di protezione dell’area, promesso e dichiarato da ben cinque anni!
Stazione FS di Genova Principe, ricorrenza del 25 Aprile: nonostante le rassicurazioni ricevute circa la pulizia della lapide posta in stazione davanti alla quale si è svolta la manifestazione commemorativa in ricordo dei Ferrovieri Caduti, la stessa ha avuto luogo senza che l’intervento promesso abbia prodotto un risultato minimamente accettabile, forse perché vi sono ancora i lavori in corso in stazione, forse perché lo sporco era troppo sporco, o forse perché si dovevano usare prodotti differenti. Ormai non ha alcuna importanza.
Ma perché è così difficile fare bene le cose in questo Paese?
Questione CAT. Fermo restando che il DLF agisce con trasparenza, spirito di solidarietà e in autonomia verso gruppi o organizzazioni seppur differenti purché leciti, ed essendo le azioni a qualificarci, desidero rendere pubblico uno stralcio del verbale della riunione di C.D. tenutasi il 18 febbraio, per mettere in evidenza qual è lo spirito che ci anima:
L’associazione CAT ha chiesto la disponibilità temporanea di locali in uso al DLF.
Nell’ottica di solidarietà che da sempre contraddistingue il DLF di Genova, così come già avvenuto in diversi momenti della vita gestionale di questa Associazione, nel rispetto dello statuto DLF, il Consiglio Direttivo delibera di accogliere tale richiesta ospitando CAT per il tempo necessario a trovare una idonea sistemazione.
In conclusione, tutti noi possiamo solo permetterci di essere attraverso quello che facciamo, consapevoli che di incongruenze o di scelte difficili da comprendere e da “digerire” è piena l’attività sindacale, politica e quella dell’aggregazione. Il nostro impegno è quello di costruire un’Associazione la cui articolazione e complessità garantiscano l’autonomia delle singole Associazioni Territoriali, un futuro con maggiori certezze ed un rapporto con i soci che assicuri loro un’autentica partecipazione alla vita associativa.
Per essere espliciti: la società è cambiata rapidamente, è cambiata la categoria dei ferrovieri ed è cambiato il quadro normativo del tempo libero.
Oggi il DLF, e quindi tutti noi, se vogliamo superare l’emergenza e riprendere il nostro cammino, se vogliamo rispondere alla nuova realtà, dobbiamo essere determinati a modificarne il percorso; ma dobbiamo custodire gelosamente l’autonomia che sempre l’ha contraddistinta, senza contrastare la ricerca di una migliore sinergia sia con il mondo ferroviario sia con il mondo sindacale, il che equivale a dire con i propri Soci Fondatori.
Cambiare dunque e, se necessario, cambiare noi stessi.