di Patrizia Criniti
Chi era Benny Naselli? Lui era poesia, romanticismo, dolcezza, arte, comunicazione… Scrittore, ritrattista, caricaturista, ferroviere, il suo motto è stato: “sorrido per vivere, vivo per far sorridere”. Questo motto continua a echeggiare nell’aria, perché lui non c’è più. Ma la sua energia, il suo spirito leggiadro e positivo continua a sentirsi: si sente anche nell’amore per la sua donna, Anja, che lui tanto ha amato su questa terra, che continuerà ad amare per sempre, con la quale ha vissuto, uniti dall’arte e con la quale ha creato un legame talmente forte da stabilire un contatto tra questo mondo e l’aldilà. Ciao Benny, grazie da tutti noi, grazie dal Dopolavoro ferroviario di Genova, grazie per tutte le volte che nella giornata della donna hai generosamente offerto il ritratto, con un ramo di mimosa, a tutte le donne che lo hanno richiesto. Benny era un vero artista nato e cresciuto con la passione per il disegno e il fumetto. Il suo esordio risale alla fine degli anni sessanta, quando crea la sceneggiatura di alcune storie per l’autore di Zagor e disegna per “il Monello”. Benny ha condiviso la sua passione con l’artista tedesca Anja Laengst, passione che li legherà per sempre. Vorrei riportare le parole di Anja, perché in lei vive tutto l’amore di Benny:
Ho conosciuto Benny a una mostra di caricature e non ci siamo più lasciati per quasi 21 anni: lui, un esempio di giovinezza e ottimismo, guardava tutti con suo sorriso e ottimismo, abbiamo condiviso proprio tutto, matite, pennelli, colori, carta, tele, Vita e Viaggi – quasi tutti in treno – con il motto: “Avanti a tutto vapore!”.
Con lo stesso titolo, “ Avanti a tutto vapore”, nel 2010 Benny presentò una mostra in via Balbi al Dopolavoro Ferroviario di Genova.
Il DLF Genova piange la perdita del caro amico Benny e si stringe intorno a tutti coloro che gli hanno voluto bene.
UNA RANA… AL MARE – favola di Benny Naselli
Qui mosche, moscerini, zanzare non mancano, ma che vita. Tra questo striminzito ruscello, la crosa, la cantina e la poca acqua per la siccità: che noia! Bah! Mi ero comunque sistemata tra gli interstizi di un tavolino pieghevole; legato assieme a due sgabelli con dei tiranti elastici, riposavo tranquilla, quando un pomeriggio di settembre, il proprietario della cantina (un certo Benny) e signora, tirano fuori il carrello e lui si accorge di me, scambiandomi per un… geco!!! Che offesa! Prego, sono una di quelle ranocchiette che chiamano “ile”, io: informati Benny! In tutti i modi, riesco a nascondermi tra gli snodi del tavolino e mi portano a viaggiare per la stradina, poi su un autobus, quindi un altro e infine al Porto Antico. Benny, nell’allestire il suo stand, si accorge ancora della mia presenza, mi fotografa, tutto euforico come fossi una star. Io capisco gli umani, gli umani non capiscono me, perciò è inutile sprecare i miei “cra-cra”. Ero felice di aver usufruito di quel passaggio; loro due non si accorgono che mi sono ancora nascosta tra gli anfratti che il legno del tavolino sa offrire. Il mio sogno di vedere il mare si è avverato, la dolce Anja però, non mi ha perso di vista, lei sa che non riuscirei a sopravvivere qui, dove esiste solo asfalto, metallo e quell’ immensa distesa che chiamano mare. Allora, compra una scatoletta di stagnola, ne buca il coperchio per farmi respirare e Benny (che m’apprezza) le fa aggiungere un po’ di acqua dolce, per rinfrescarmi. Anja fa in modo che io salti nel palmo della sua mano, che delicatezza! Quindi mi posa nella scatola, riportandomi sana e salva, nel mio habitat. Che bella avventura: stasera ne ho da “cra- craccontare alle mie amiche, specialmente a quelle che non si sono mai mosse da quel minuscolo ruscello, oppure si acquattano tutto il giorno dietro al pannello di legno dipinto, in cui figurano, oltre ad un gatto, dei fiori e foglie che sembrano veri, sembrano veri anche i nomi di quei simpaticoni di Anja e Benny e l’indirizzo via Motta numero sette.