di Valentina Bocchino
Il Dopolavoro Ferroviario di Genova e la redazione di Superba piangono un caro amico che ci ha lasciati dopo aver lottato contro un brutto male.
Filippo, persona di grande cultura, discreta e riservata, è stato, oltre che ferroviere, consigliere del DLF Genova e presidente della Società di Mutuo Soccorso Cesare Pozzo.
Lo ricordiamo per essere stato, fino alla fine, tenace, propositivo, ironico, intelligente e colto, sempre difensore dei deboli, impegnato nel sociale, comunicatore dei valori fondativi della Costituzione.
Filippo ha scritto più volte su Superba, e lo vogliamo ricordare con alcuni passi di uno dei suoi articoli più belli, sul valore del 25 Aprile, scritto nel 1995.
«Scrivere del 25 Aprile e dell’importanza che ha per gli italiani è un’impresa ardua, che meriterebbe ben altro impegno di quello che può dare chi scrive queste brevi righe. Tuttavia, a volte anche i piccoli contributi possono giovare alle cose più grandi di noi, specialmente se serve a ricordare a chi non ha memoria o a chi è troppo giovane, quello che successe solo 50 anni fa. Da quegli avvenimenti, da quella lotta di Liberazione, dai sacrifici di quella generazione che pagò molte volte con la vita, nacque un mondo nuovo. Chi gira per le strade di Genova trova molte testimonianze e molte vie cittadine dedicate a giovani caduti per la libertà di tutti. Quello stesso principio di libertà che oggi troviamo solennemente consacrato dalla vigente Costituzione».
Era consapevole, Filippo, del valore della memoria e dell’importanza che possono avere anche solo poche righe in ricordo di quel che è stato.
E proprio per questo aveva ricordato le parole di Piero Calamandrei, scolpite in una lapide commemorativa in marmo posta sulla facciata del circolo del DLF di Rivarolo:
«Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani, col pensiero, perché è lì che è nata la nostra Costituzione».
Parole attuali più che mai: Filippo le aveva ricordate ed era preoccupato per il fatto che:
«Oggi specialmente le giovani generazioni non hanno l’esatta percezione di cosa è successo in Italia e nel mondo intero. Chi non ha vissuto gli anni bui della dittatura fascista non riesce a comprendere fino in fondo la drammaticità di quell’epoca, presentata spesso in modo distorto. Di fronte a fenomeni della storia umana che lasciano ampi spazi di incomprensione c’è sempre una via di uscita semplicistica e sbrigativa: minimizzare i fatti, negare, revisionare. Si negano i fatti e così non c’è più nulla sa spiegare. Il tempo farà poi il resto, sbiadendo, fino a cancellare gli eventi più lontani».
Sono parole attuali più che mai, e dire che risalgono agli anni ‘90, ma già allora c’era il sentore che alcuni temi sarebbero stati presto dimenticati.
Anche per questo il Dopolavoro Ferroviario di Genova ritiene che mantenere viva la memoria sia fondamentale: abbiamo fatto la nostra parte anche quest’anno, con il documentario sul 25 Aprile, e continueremo sulla scia delle parole di Filippo per non dimenticare mai il dono che ci hanno fatto le donne e gli uomini della Resistenza con il loro sacrificio,
Grazie, Filippo, di tutto.