DI MARCO GALAVERNA

 

La foto riprende il treno storico che ha circolato sulla linea Genova – Ovada il 6 ottobre 2024. Nell’occasione, alcuni appassionati sono rimasti dispiaciuti per l’assenza delle carrozze “Centoporte”, tipiche dei treni storici in tutta la Penisola. Ma le carrozze utilizzate per il treno qui ricordato, con i loro divanetti imbottiti, avranno certamente offerto ai viaggiatori un livello maggiore di comodità rispetto alle panche di legno delle “Centoporte” e poi anch’esse hanno ormai la loro importanza storica.

Si tratta di carrozze tipo 1959, costruite dal 1960 al ‘66 in circa 1200 unità, nelle versioni di prima classe (numerazione d’origine Az 23.000), seconda (Bz 45.000), miste di prima e seconda classe (ABz 64.000) e a cuccette (Bcz 33.000 e AcBcz 64.000) [1]. Sebbene condividessero alcune soluzioni tecniche con le precedenti carrozze tipo 1955/57, come l’impianto generale, l’estetica della cassa e i finestrini Klein, caratteristici per essere apribili a metà e per le vistose cornici, le “tipo 1959” hanno una maggiore rilevanza storica, derivante in prima istanza dall’elevato numero di esemplari prodotti, che hanno fornito un importante contributo al rinnovamento dei treni viaggiatori FS, e in più da altri fattori contingenti [2].

A colpo d’occhio, le “tipo 1959” si distinguono dalle pur simili carrozze precedenti per avere, sul tetto, un aeratore per ogni scompartimento. Nella storia evolutiva delle carrozze italiane, le “tipo 1959” occupano un ruolo significativo, e anche di transizione, per varie ragioni. Esse costituiscono, in ordine di tempo, l’ultimo tipo di carrozza per treni importanti e a lunga percorrenza costruito in grande serie sulla base di un progetto FS, cioè propriamente nazionale. Infatti, a parte rinnovi e ricostruzioni, le carrozze della generazione immediatamente successiva, le “tipo Y”, costruite in poco più di una ventina di esemplari fra il 1963 e il ’66, seguono già uno standard di unificazione europeo, seppur costruite in Italia, e anticipano di poco le “tipo X”, il modello europeo di carrozza ferroviaria probabilmente più diffuso e importante del secondo Novecento.

In quegli anni, in cui era pressante la necessità di sostituire le vecchie carrozze con cassa di legno e di affrontare contemporaneamente la crescita della domanda di trasporto e la concorrenza della modalità stradale, l’evoluzione e la produzione delle carrozze avvennero a ritmi notevoli, quasi insuperati e in ogni caso lontani dalla dinamica odierna; si osservi che la costruzione delle “tipo 1959” proseguì pure negli anni in cui comparivano le “tipo Y” ed erano in cantiere le prime “X”.

Le “tipo 1959” equipaggiate con i carrelli 24 Au erano ammesse alla velocità di 160 km/h, contrariamente a quelle equipaggiate con i carrelli 24 A oppure 24 B, limitate a 140 km/h, e quindi potevano entrare in composizione ai treni più veloci e prestigiosi dell’epoca, anche accoppiate alle carrozze di concezione più moderna dei tipi Y e, soprattutto, X. Queste ultime, man mano che furono immesse in servizio, divennero poi le preferite dai viaggiatori per il maggiore spazio a disposizione, dal momento che gli scompartimenti delle carrozze X ospitavano sei posti a sedere anziché otto, distribuiti su quattro divanetti a due posti ciascuno, caratteristici dei modelli precedenti.

La carriera delle carrozze tipo 1959 sui binari italiani fu un poco più breve rispetto a quella di altri rotabili, poiché le ultime unità cessarono il servizio regolare nel 2001, con l’eccezione della versione a cuccette che ebbe una vita utile leggermente più lunga, arrestata tuttavia dalla soppressione dei treni espressi notturni. Nelle regioni a noi vicine, le ricordiamo nelle ultime corse in brevi composizioni, trainate da locomotive E.424, fra Alessandria e Piacenza.

In quanto alla livrea, inizialmente le carrozze tipo 1959 uscirono di fabbrica verniciate in castano, che era all’epoca la coloritura adottata dalle FS per il materiale ordinario viaggiatori, ma siccome la costruzione della serie si protrasse per più anni, le unità più recenti furono immesse in servizio già verniciate in grigio ardesia, cui gradualmente vennero convertite le precedenti.

Negli anni Ottanta, la nuova livrea grigio beige – rosso fegato, che ebbe la sua più importante applicazione sulle carrozze X, venne estesa alle “tipo 1959”, in una versione semplificata, senza i filetti sotto i finestrini, e con questa livrea le nostre carrozze giunsero alla fine della carriera. Non arrivarono, infatti, all’applicazione della livrea XMPR, con l’eccezione delle unità a cuccette che ricevettero la nuova coloritura in blu scuro (“Treno Notte”) come le carrozze X.

Sulle superstiti unità impiegate da Fondazione FS per i treni storici è stata giustamente ripristinata la coloritura in grigio ardesia, che ha caratterizzato queste carrozze per più tempo.

 

RINGRAZIAMENTI

Ringrazio Angelo Malaspina, autore della fotografia qui acclusa.

 

[1] F. Cherubini, “Carrozze FS 1983”, Edizioni Elledi, 1983

[2] M. Mingari, “Le carrozze di trent’anni fa”, Rivista I Treni Oggi, n. 112, ETR, febbraio 1991