DI ELISABETTA SPITALERI
“THE CASSANDRA CROSSING”
(1976, regia di George Pan Cosmatos)
Famosissimo e di grande successo film del genere catastrofico, “Cassandra Crossing”, tratto dal romanzo di Robert Katz, vanta un cast internazionale di tutto rispetto: Sofia Loren e Richard Harris, Burt Lancaster, Martin Sheen, Ava Gardner, O.J. Simpson, Ingrid Thulin, Lee Strasberg, Lionel Stander, Alida Valli solo per citarne alcuni.
Il treno è il teatro in cui si svolge questa vicenda, con i suoi vagoni che pullulano di individui diversi, coinvolti loro malgrado in un’inaspettata lotta per la sopravvivenza e che invece di godersi il viaggio attraverso paesaggi pittoreschi si ritrovano immersi in un incubo.
Terroristi svedesi cercano di piazzare una bomba negli uffici dell’OMS a Ginevra ma l’attentato viene sventato e uno di loro (interpretato da Lou Castel) riesce a scappare dopo una sparatoria all’interno di un laboratorio in cui si era rifugiato con il compagno. Lo scontro a fuoco causa la rottura di contenitori in cui vengono conservati campioni di pericolosi virus. Riesce a raggiungere la stazione ferroviaria di Ginevra, dove sale a bordo del Transcontinental Express, il treno in partenza per Stoccolma.
Appreso che il terrorista è su quel treno ed è sicuramente contagiato dopo il contatto con sostanze quasi certamente letali, Il colonnello americano McKenzie (Burt Lancaster) ha il compito di evitare la diffusione del contagio a qualunque costo. Alcune persone intanto sul treno si ammalano e muoiono. Vengono contattate tutte le autorità dei vari paesi in cui transita il treno, le stazioni sono presidiate, le fermate cancellate, a Norimberga il treno viene sigillato e sale un’equipe medica e una scorta armata. A bordo vi è anche il dottor Jonathan Chamberlain (Richard Harris) che dà piena collaborazione. Intanto la dottoressa Stradner (Ingrid Thulin) scopre che da questo virus si può guarire semplicemente con aria arricchita di ossigeno e cerca in ogni modo di convincere McKenzie di fermare il treno invece di deviarlo in un campo sanitario di isolamento in Polonia (ex lager), cui si dovrebbe arrivare transitando sul famigerato e fatiscente Cassandra Crossing che non reggerebbe certamente il peso del convoglio e provocherebbe una strage.
Chamberlain si rende conto che ormai sono tutti prigionieri ed ogni suo appello è inascoltato. Le ragioni sono anche politiche e di convenienza da parte delle autorità militari e sanitarie per non ammettere l’incapacità di gestire quell’emergenza o forse condividere segreti militari come la creazione di agenti patogeni in laboratorio.
Con l’aiuto e il sacrificio di altri passeggeri Chamberlain riesce a sganciare dopo un’esplosione la parte posteriore del treno salvando molte vite. Il resto del convoglio continua il suo viaggio incontro alla morte.
McKenzie, preso dai rimorsi e ignaro che ci siano dei superstiti, comunica ai superiori il “successo” dell’operazione.
Parte delle riprese in esterni del film furono fatte utilizzando il viadotto di Garabit, opera di Gustave Eiffel, che varca la vallata del fiume Truyère, nel territorio di Ruynes-en-Margeride, in Francia. Le scene ambientate alla stazione di Ginevra furono in realtà girate a Basilea FFS.
Le scene degli interni, comprese quelle all’interno del treno, furono girate negli stabilimenti romani di Cinecittà.
Per le riprese esterne del treno invece furono impiegati tre diversi convogli, uno composto da rotabili FFS, per la prima parte del film, uno con materiale SNCF per la seconda parte, girata appunto in Francia, e infine un treno con mezzi delle Ferrovie dello Stato Italiane per la scena ambientata a Norimberga, ma girata anch’essa a Roma, nello scalo di Roma Smistamento.