Editoriale Superba luglio-agosto 2014
di Alessandro Cabella
Con questo editoriale si vogliono fare alcune considerazioni ed un’analisi dell’attuale situazione del Dopolavoro Ferroviario; comprendo che ciò possa essere difficile, soprattutto per chi non ha vissuto le vicende degli ultimi 15 o 20 anni, ma ritengo sia importante far conoscere le difficoltà di gestione che in questi momenti di crisi hanno colpito anche la nostra Associazione. Fortunatamente non ho la tendenza a giudicare le cose viste dal lato peggiore: credo che il DLF nonostante le ristrettezze possa farcela. E’ tanto errato essere pessimisti quanto essere ottimisti; penso che, concretamente, senza nasconderle, occorre individuare le difficoltà e cercare possibili soluzioni, senza rifiutare di vedere l’ombra di un eventuale pericolo.
In questi ultimi vent’anni ci sono stati avvenimenti che hanno lasciato un segno non sempre favorevole ed hanno portato tantissimi problemi, ma queste vicende, viste dall’interno di questa straordinaria Associazione, nonostante tutto sono servite a mettere in evidenza la presenza tra i Soci dell’Associazione come la nostra, sia a livello locale che nazionale, persone validissime che lavorano con serietà portando avanti con profitto idee nuove. Il giornale “Superba” racconta gli avvenimenti, le situazioni dell’Associazione DLF Genova ed è lo specchio fedele che mette a nudo la verità, anche se non sempre ci riesce perfettamente. In questo modo svolge il compito di fornire ai Soci spunti utili per un eventuale giudizio/consenso. “Superba”, organo ufficiale del Dopolavoro Ferroviario di Genova, ha anche un’altra funzione, la più importante: quella di interpretare lo spirito, il carattere, il senso profondo dell’Associazione e mettere in risalto pregi e difetti dei rapporti interni ed esterni. L’Associazione è l’unione di pensieri e di concetti, il concatenarsi di idee, è un procedimento mentale che arricchisce l’esperienza e la cultura di noi tutti.
Abbiamo constatato in questo periodo di crisi, oltre alla riduzione di risorse economiche, anche quella più importante di risorse umane; l’Associazione si regge quasi esclusivamente sul volontariato; persone dall’età non più verdissima, “volenterose” che con impegno lavorano al progetto per il bene comune. Sono individui preziosissimi che creano programmi, li attuano e raggiungono obiettivi importanti, sostenendo il Dopolavoro e permettendo di equilibrare anche la situazione finanziaria, ma soprattutto garantendo la sopravvivenza dello stesso per il bene di tutti noi.
Le difficoltà ci sono a tutti i livelli, ma quando ci sono i problemi occorre rimboccarsi le maniche ed andare avanti, superare gli ostacoli con serietà, impegnarsi per trovare delle soluzioni e non delle scuse.
Alcuni di noi, per l’impegno assunto con il mandato, dovrebbero sentirsi più responsabili, non evitare gli impegni; invece preferiscono barcamenarsi, abili nell’evitare di compromettersi in eventuali soluzioni. Ciò che più mi irrita è sentire colleghi che hanno ancora abbastanza fiato per azzuffarsi tra loro, anche se comprendo che spesso amiamo attribuire i nostri insuccessi a qualsiasi causa fuorché alle nostre deficienze. Stimoliamo queste persone ad impegnarsi di più per raggiungere quella sinergia che ci consentirà di uscire dalla palude; non sia mai che si sprechino forze per contrasti.
Ancora un appello a tutti affinché con impegno creino iniziative, attività istituzionali o altre, tendenti ad aumentare l’offerta, l’appetibilità, la visibilità di azioni e raggiungere obiettivi economici soddisfacenti.
Genova è una città che sorride, anche se talvolta anteponiamo l’estetica all’etica e spesso siamo troppo indulgenti con gli scansafatiche e gli imbroglioni che intralciano confondendo le idee, ma sappiamo riconoscerli.