DI LUCIO PADOVANI
L’Associazione “Quelli del Ponte Morandi” ha raccolto il necessario per attrezzare una cucina, a favore di alcuni profughi ucraini dializzati ospitati presso il complesso Salesiano di Don Bosco a Sampierdarena. Il 13 settembre 2022 si è tenuta una breve cerimonia di consegna degli aiuti da donare. L’iniziativa, che nasce all’interno di un progetto volto alla presa in carico di una quarantina di persone (che sono ospitate in case messe disposizione da famiglie genovesi con il supporto della comunità di Sant’Egidio e l’istituto don Bosco), si rivolge ad un gruppo di 10 pazienti dializzati, provenienti dalla zona di Kremenciuk sul fiume Dniepr. Si tratta di persone che, oltre a subire gli orrori della guerra, sono costrette anche a sedute di dialisi trisettimanali (sono seguiti da vari ospedali cittadini). Nei mesi precedenti all’interno dell’associazione “Quelli del Ponte Morandi” ci si stava chiedendo come utilizzare la parte residua dei fondi raccolti nell’ambito delle iniziative di solidarietà verso il popolo ucraino nate sul territorio genovese, quando, su segnalazione del rettore del Don Bosco don Sergio Pellini, si è alla fine convenuto di prendere in carico 10 soggetti dializzati portati in Italia dalla Comunità S.Egidio e, contestualmente, di provvedere con le proprie risorse all’acquisto di stoviglie e attrezzature da cucina per rendere queste persone autonome nella preparazione del cibo. Da allora, le relazioni tra “Quelli del Ponte Morandi” e i nuovi amici ucraini sono continuate e, in questi giorni, alcuni membri dell’associazione in visita presso di loro, hanno avuto la sorpresa di essere invitati a cena.
L’occasione conviviale non è servita solo a stare in compagnia, ad assaggiare la zuppa “Borsc” (composta da barbabietole, patate, cipolle, brodo di carne), i crostini tradizionali (con aringa fresca, uova, cetriolo) e la torta “Napoleon”, ma soprattutto a consolidare il clima positivo di accoglienza e di vicinanza che si è venuto a creare e a ragionare insieme sulla lista delle cose mancanti per completare il corredo della cucina e a progettare nuovi acquisti, visto che sono attesi 2 nuovi ospiti.
Si è trattato di un piccolo gesto di solidarietà da parte di chi, in quanto “sfollato” a sua volta, sa bene quanto sia difficile perdere improvvisamente tutto, casa e punti di riferimento e che, per questo motivo, è pronto a restituire, attraverso il sostegno ad iniziative meritorie come questa, una quota della solidarietà a suo tempo ricevuta dalla comunità.