di Michela Alessio

Quando Francesca mi telefonò, ormai quasi un anno fa, non capii subito di cosa mi stesse parlando.

Strascichi del Covid?

Certo, ormai sappiamo bene in cosa consiste questo virus, sappiamo che ci ha limitato nella vita sociale, cha ha causato milioni di morti in tutto il mondo, sappiamo che attacca soprattutto le vie respiratorie. Ma di strascichi della malattia, cosa ne sappiamo? Qualcuno ci ha mai informato che a volte, alcune persone possono soffrire di ciò che si chiama Long Covid?

Ecco, quando Francesca me lo ha comunicato, io non ne sapevo proprio nulla.

Eppure il Long Covid esiste e colpisce molte più persone di quanto possiamo immaginare. Così abbiamo deciso di iniziare un percorso finalizzato alla sensibilizzazione delle istituzioni, che prenda in considerazione tutte le persone affette da questa sindrome, patologia, conseguenza (ad oggi non sappiamo neppure come chiamarla); adulti e soprattutto ragazzi che devono conviverci in un ambiente scolastico, già complicato di per sé.

Questo percorso di sensibilizzazione ha preso il via il 28 luglio scorso, proprio nel salone del Dlf, messo a disposizione dalla Presidente Rosaria Augello che ringrazio di cuore, e nonostante il caldo afoso e il periodo vacanziero, le persone interessate sono state numerose (nel rispetto di tutte le norme anti Covid).

Sono intervenuti il consigliere regionale Pippo Rossetti, il dirigente scolastico dell’Istituto Nautico San Giorgio Paolo Fasce e, soprattutto Francesca e suo figlio Mattia a raccontare parte della loro storia.

Mattia in particolare, ha spiegato la difficoltà di un ragazzo di 18 anni che deve affrontare, dopo la malattia, questa confusione, la cosiddetta “brain fog” (nebbia del cervello), che in certi momenti ti porta via la lucidità, i ricordi. Non sai più quello che stavi dicendo, perdi le informazioni e non riesci a concentrarti. Potete immaginare come si possa sentire un ragazzo a scuola o nella quotidianità?

E, per ora, questa situazione non è riconosciuta, non ha nome e  non si sa nemmeno se sia reversibile.

Ebbene, uscirà un doculibro, verrà aperta una pagina Facebook dedicata, e Francesca ed io non ci fermeremo fino a quando non verrà riconosciuto il Long Covid, come conseguenza invalidante di questo maledetto virus e le persone che ne sono colpite verranno tutelate.