di Angelo Malaspina
Il senso di appartenenza tra chi ferroviere lo è o lo è stato, nonostante il cambiamento e i tempi, è ancora sentito e l’Associazione del Dopolavoro Ferroviario contribuisce indubbiamente a rafforzare questo spirito.
I soci ferrovieri sono tanti e altrettanti sono i pensionati. Tra tutti ne voglio ricordare due che senza ombra di dubbio oserei definire “ad honorem” sia per l’età raggiunta, sia perché noti ancora nel mondo ferroviario non solo genovese per le loro opere: mi riferisco all’Ing. Vittorio Finzi che il 21 di aprile ha raggiunto l’invidiabile traguardo dei 99 anni e al Dott. Domenico Parlavecchia che pochi giorni dopo,esattamente il 28 ne ha compiuti 96.
Entrambi con una gioventù non facile. Il primo, universitario nel periodo fascista, quando gli studenti come lui di origine ebrea venivano cacciati dall’università per un nonnulla, riesce comunque a laurearsi a pieni voti; è amico di Primo Levi, partecipa alla lotta partigiana in val Borbera; entra in ferrovia nel primo dopoguerra, e si ritira negli anni ’80; il suo nome è ancora ben noto per le opere che con lungimiranza volle realizzare, tra le quali la struttura del SIEF, il Centro di Formazione che a Genova ha assunto caratteristiche nazionali in RFI, e la prima grande applicazione della logica programmata nella gestione operativa della circolazione dei treni, l’impiego dei calcolatori nel DCO di Genova Rivarolo agli inizi degli anni ‘80, quando ancora i CTC e gli SCC erano là da venire. Insegnante universitario nella facoltà di Ingegneria Elettrica, è stato autore di tanti testi, sia sulla sua vita, che di tecnica ferroviaria ancora in uso oggi.
Il secondo, travolto pur’egli dagli orrori del secondo conflitto, subì la deportazione nazista e conobbe in quella difficile situazione quella fu la compagna di tutta la sua vita. Dottore, così lo chiamavamo tutti, riuscì durante la sua carriera ferroviaria a passare dal ramo tecnico, era un eccellente esperto di telecomunicazioni, a quello amministrativo divenendo capo del personale. Una sua opera sulla gestione dei contratti ebbe risonanza nazionale e fu riferimento per anni, per molti amministratori di lavori.
Entrambi sono stati insigniti della Stella al Merito del Lavoro per la loro professionalità.
Auguri a Vittorio e a Domenico da tutti quelli che hanno avuti modo di collaborare con loro.