di Alessandro Cabella
Dopo 73 anni la rievocazione del 25 Aprile capita in un momento di crisi del Paese: pesante instabilità politica ed economica, scarsa occupazione, decadenza dei valori morali. Il livello sociale è contraddistinto da una grave confusione e da una diffusa indignazione; situazione che deriva dall’incertezza del futuro, spesso tutto ciò si traduce in collera ed atti con espressioni di violenza.
Dobbiamo ripartire dalle nostre radici, dal 25 aprile 1945, dalla nascita della nostra Costituzione della Repubblica Italiana. È un ammonimento contro ogni forma di degenerazione morale: mi riferisco specialmente alla mafia, o meglio alle mafie, alla corruzione, all’evasione fiscale e all’abusivismo di ogni genere. Bisognerebbe ricomporre come allora una solida ricostruzione dei doveri e dei diritti; tale data è un richiamo per tutti i cittadini, considerare e riflettere per ridare forza alla Democrazia, il sentiero tracciato dalla nostra Costituzione è un percorso di garanzia per un Paese libero ed efficiente.
Non è sufficiente dire Libertà – Uguaglianza – Solidarietà, queste parole devono essere collegate fra loro e applicate. Libertà senza uguaglianza porta a privilegi intollerabili; solidarietà senza libertà e lavoro diventa assistenzialismo o peggio elemosina.
Nella nostra Costituzione emerge una Democrazia fondata sul lavoro, ed altri importanti valori; dico questo pensando ai figli, ai tanti giovani ragazzi, a mio nipote e ai suoi coetanei della sua generazione che hanno bisogno di certezze e situazioni favorevoli per costruirsi un avvenire. Bisogna smettere di fare solo promesse, occorrono sicurezze ed opportunità.
Adoperarsi per costruire un futuro migliore: i giovani vorrebbero un lavoro nel proprio Paese, un Paese libero e decoroso, vorrebbero essere rispettati nell’attività lavorativa: il lavoro è impegno, frutto di premesse di studi e deve essere adeguatamente ricompensato con un giusto stipendio.
Il principio fondamentale della Costituzione: “L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro”. Il lavoro deve essere per tutti; spesso oggi si ottiene per raccomandazioni o conoscenze altolocate. Per superare la crisi e tornare a crescere l’Italia dovrebbe utilizzare le sue risorse migliori che sono i giovani: risorse umane fornite di spirito di sacrificio, impegno e intelligenza; valori propri della persona e della dignità umana.
Il lavoro è il reale fondamento della nostra Repubblica; Costituzione e Repubblica, non dovrebbero essere parole vuote e insignificanti, ma riflettendo su queste che sono le basi della Carta Costituzionale, valori fondamentali di riferimento di tutti gli italiani, del nostro Paese rinato dalle macerie del 25 aprile 1945.
Il Dopolavoro Ferroviario di Genova coglie l’occasione per augurare a tutti un buon 25 Aprile: ricordiamoci sempre di non dimenticare mai.