di Filippo Di Blasi

 

“Ci sono uomini che lottano un giorno e sono bravi, altri che lottano un anno e sono più bravi, ci sono quelli che lottano più anni e sono ancora più bravi, però ci sono quelli che lottano tutta la vita: essi sono gli indispensabili”.

dal libro “Vita di Galileo” di Bertolt Brecht

 

Centosedici anni fa, precisamente alle ore 11.00 del 15 maggio del 1898 a Udine, dove soggiornava per curarsi da una malattia psichica che da qualche tempo lo affliggeva, un “uomo indispensabile”, secondo la definizione brechtiana, macchinista di soli quarantasei anni, affranto dall’esito funesto della repressione attuata qualche giorno prima a Milano dal Generale Bava Beccarsi, per uno sciopero di lavoratori, (aveva fatto aprire il fuoco all’esercito, causando una carneficina di oltre ottanta morti e centinaia di feriti n.d.a.), decideva di finirla con la vita, morendo tragicamente. Si gettava sotto un treno; sotto una locomotiva, quel mezzo di trazione tante volte guidato, da quando giovane fuochista, si era forgiato nella linea ferroviaria dei Giovi. Quel macchinista si chiamava Cesare Pozzo. Quel fatidico giorno Egli poneva fine alla sua vita di uomo per diventare mito, ed entrare nella leggenda. Era nato a Serravalle Scrivia nel 1853. Agli inizi degli anni settanta del diciannovesimo secolo, aveva conosciuto a Genova alcuni seguaci di Giuseppe Mazzini che lo iniziavano al pensiero del Maestro. Fu una svolta nella sua vita. Cesare Pozzo fece subito suoi gli imperativi morali del grande genovese, tra cui quello, secondo cui “il miglioramento intellettuale, morale e materiale della classe operaia passa attraverso l’istruzione e il soccorso reciproco”. Fu il primo macchinista ferroviario che curò l’organizzazione dei ferrovieri e in particolare dei macchinisti. A ventuno anni era assunto alle dipendenze della società Ferrovie Alta Italia e assegnato all’impianto di Genova Pontedecimo. Nel 1877 fondò a Genova “l’Eco dell’operaio ferroviario”, che fu il primo giornale che si occupò esclusivamente della causa dei ferrovieri. Cesare Pozzo fu sempre un “mutualista” di primo CAM00158#1piano, contraddistinto da un’assoluta integrità morale e ciò è sempre stato unanimemente riconosciuto e ricordato da tutti. Fu Presidente Nazionale della Mutua Macchinisti e Fuochisti, negli anni 1886-89. Iniziò subito la sua opera mettendo ordine e trasparenza nei bilanci del sodalizio e adottando misure che potessero favorire la partecipazione e la democrazia interna. Sotto la presidenza di Cesare Pozzo la mutua ebbe un atteggiamento notevolmente più combattivo e aperto verso le rivendicazioni e lotte del movimento operaio (ricordiamo che non esistevano ancora i Sindacati). Egli promosse, infatti, molte iniziative a tutela dei lavoratori delle ferrovie. Nel frattempo portò avanti anche un’intensa attività pubblicistica e di approfondimento dei temi sociali e politici, dalle iniziali idee mazziniane passò a quelle anarchiche per poi aderire con entusiasmo e impegno a quelle socialiste. Conseguenza della sua attività furono i continui trasferimenti cui fu sottoposto (in pochi anni, come rappresaglia, ben dodici). Dietro mandato dell’assemblea della Macchinisti e fuochisti partecipò nel 1892 al congresso di fondazione del Partito dei lavoratori, poi Partito socialista italiano. Fu poi tra i principali protagonisti della nascita della Lega dei ferrovieri, la prima organizzazione di classe dei ferrovieri, che aderì al Psi. Il 22 novembre 1994 la Società di Mutuo Soccorso tra Macchinisti e Fuochisti come allora si chiamava, ha assunto, in onore di questo grande Dirigente il nome di Società Nazionale di Mutuo Soccorso Cesare Pozzo. La storia della Mutua Cesare Pozzo s’intreccia, come è evidente, nella seconda metà dell’Ottocento, con la crescita del mutualismo, forma indispensabile di tutela dei lavoratori in un’Italia, qual era quella dell’epoca, priva di qualsiasi embrione di “stato sociale”, o come diremmo oggi, di Welfare State, Stato del benessere. In quegli anni, infatti, non esisteva alcuna forma d’assistenza sanitaria, né delle pensioni. Erano le neonate Società di mutuo soccorso che sopperivano a questa mancanza, offrendo ai soci e ai loro familiari vari servizi come le scuole serali, il medico gratuito, lo spaccio di generi alimentari ecc. Sono le prime forme di autoorganizzazione sociale che, evolvendosi, crearono alle casse di prevenzione e assistenza, alle cooperative di consumo e alle scuole di avviamento professionale. Questa fu la risposta alla carenza di un sistema sociale incapace di rispondere concretamente ai gravi disagi, prodotti dalla disoccupazione, dalle cattive condizioni di lavoro della classe operaia, caratterizzate dalla mancanza delle più elementari norme d’igiene e sicurezza che costringevano le maestranze a subire turni di lavoro massacranti, privi di qualsiasi regola. In tali condizioni erano frequenti gli infortuni e le morti sul lavoro. Basti pensare a quali conseguenze potesse condurre la morte o l’invalidità di un uomo o di una donna che come unica ricchezza, possedeva la forza delle proprie braccia. Era facilissimo, d’altronde, incappare in un infortunio sul lavoro, perdere ad esempio un braccio o una gamba in un ingranaggio e rimanere invalido per il resto della vita, senza alcuna tutela, né per sé né per la propria famiglia. Il nascente mutualismo, il mutuo soccorso tra lavoratori cercava di sopperire al deficit pubblico, facendo scattare la solidarietà del gruppo dei consociati al verificarsi di qualche disgrazia verso i consociati. L’importanza di queste forme auto organizzative è stata veramente notevole se si riflette sul contingente periodo storico. L’unità d’Italia, geograficamente parlando, si era conclusa, mentre rimanevano in piedi tutti i problemi d’integrazione che ci portiamo dietro anche oggi.

 

La Cesare Pozzo oggi

La SNMS Cesare Pozzo, nata in ambito ferroviario, oggi è aperta a tutti i cittadini che ne facciano richiesta. Con i suoi oltre 86.000 soci e con l’esperienza accumulata in oltre 137 anni di storia, è la più grande tra le associazioni italiane che operano nel campo della mutualità integrativa sanitaria. Comprendendo anche i familiari dei soci, il Sodalizio assiste complessivamente oltre 250.000 persone in tutta Italia. Alla base dell’attività della Società, si diceva, vi è il concetto di mutuo soccorso, inteso come l’azione di reciproco aiuto: il soccorrersi e l’assistersi a vicenda.
Il principio ispiratore del mutuo soccorso è quello della ripartizione del bisogno all’interno di un gruppo di persone autorganizzate: l’assistenza a ogni singolo socio è erogata grazie all’utilizzo di parte delle quote versate da tutti. Così facendo i fondi conferiti dai soci vanno a dotare la Società dei mezzi necessari per l’erogazione dei sussidi a coloro che versano in stato di bisogno. La Cesare Pozzo gestisce, inoltre, fondi sanitari integrativi e coperture collettive aziendali originati da contratti collettivi, accordi o regolamenti aziendali. La sede nazionale storica della Cesare Pozzo è a Milano, ma essa è presente in tutte le regioni con sedi e presidi. Questa struttura capillare permette di avere un rapporto diretto e personale con i soci. L’organizzazione dell’intera Società, infatti, ruota intorno al socio e alle sue esigenze. La Cesare Pozzo non ha fini di lucro: grazie alla stabilità economica raggiunta può offrire, a costi molto vantaggiosi, una vasta gamma di prestazioni in grado di alleggerire il peso delle spese sanitarie di tutta la famiglia offrendo ai propri soci l’opportunità di compensare alcuni costi sanitari e sociosanitari particolarmente onerosi. La durata del rapporto associativo è indefinita e la facoltà di recesso è unicamente a favore del socio. Il nucleo familiare include sempre il coniuge indipendentemente dall’età, anche in condizione di convivenza e i figli, sempre fino a diciotto anni, in seguito solo se fiscalmente a carico fino a venticinque anni. (ma si può estendere anche fino a trentacinque anni). Il contributo associativo annuo è fiscalmente detraibile, mentre i contenuti delle coperture, solo per citarne alcuni, prevedono: il rimborso dei ticket sanitari dal 40% (max. 500 euro) fino al 100% per alta diagnostica/specializzazione, diaria giornaliera per ricovero, trattamenti radio-chemioterapici e day-surgery, diaria e rimborsi per grandi interventi chirurgici in regime pubblico, privato e privato convenzionato fino a 10.000 euro per evento o 50.000 euro per trapianto, rimborsi per esami di alta diagnostica/specializzazione anche in regime privato di libera scelta o privato convenzionato in forma diretta fino a un importo massimo di 3.000 euro (il socio paga al centro convenzionato una minima franchigia, la parte restante è pagata direttamente dalla Mutua).Una rete di convenzioni a livello regionale e nazionale con medici specialisti e centri diagnostici, fisioterapici, case di cura consente al socio di avvalersi di servizi e prestazioni scontate.

Nel concludere questo breve saggio, il pensiero non può che tornare “all’uomo indispensabile” Cesare Pozzo, senza la cui determinazione e il coraggio di portare avanti le sue idee, oggi, la Società Nazionale di Mutuo Soccorso che da lui trae nome, forse non esisterebbe. La grande eredità che Egli ci ha lasciato consiste nella continuità del suo pensiero e delle sue azioni, negli uomini che l’hanno seguito, lo seguono e lo seguiranno.