di Gianpiero Anelli

“Ho ammirato ampie vedute sulle città

sulla corona dei Forti, e poi giù, sempre

più giù fino all’azzurro del mare.

Dalle mura settecentesche della città fino

alla galleria Trensacco il panorama è caratterizzato

da squarci sul mare e da strapiombi, ma

superata la montagna su cui si erge l’imponente

fortezza del Diamante, è tutto

un susseguirsi di boschi e verdi declivi.

Arrivati a Casella, incuriosito….ho scoperto che

il paese era un importante crocevia…..” (M. J. King 1998)

La ferrovia Genova – Casella è una delle ultime ferrovie a scartamento ridotto d’Italia. La stazione di Casella fu realizzata nel 1929, e il treno percorre in circa un’ora il tragitto da Casella a Genova Manin, attraversando le valli Scrivia, Polcevera e Bisagno. In un primo tempo se ne prospettò un magnifico avvenire, come inizio di una linea diretta a Torriglia e a Piacenza lungo la Val Trebbia. Poi, come spesso purtroppo accade, non se ne fece nulla.

Notizie storiche sul materiale: le carrozze più antiche, con arredi in pitch-pine e rovere, dalle rifiniture in ottone e bronzo, sono del 1929 e provengono dalla soppressa ferrovia Ora – Cavalese – Predazzo (province di Trento e Bolzano); la carrozza bar è quella originaria, con le tinte blu e crema, le abat-jour sui tavolini, il soffitto rivestito in tela olona; la locomotiva storica è del 1924, realizzata da Brown Boveri e fu ceduta dalla ferrovia Sangritana in Abruzzo alla Genova – Casella nel 1962. Possibilità di trasporto di bici.

Scheda tecnica della linea: gestione da parte di A.M.T.

  • scartamento: 1000 mm.;
  • lunghezza: 24.318 m.;
  • sviluppo curve: 60 m.;
  • pendenza massima: 45%;
  • ponti e viadotti:  n.1 in muratura a 4 luci da 10 m; n. 5 in muratura a 3 luci da 10 m.; n. 1 a travata metallica;
  • gallerie: n. 13 di lunghezza compresa tra 30 e 150 m.;
  • trazione elettrica a 3000 v.;
  • linea aerea: tipo F.S.;
  • passaggi a livello: n. 8 automatici senza barriere;
  • deviatoi automatici n.8;
  • stazioni di incrocio: n. 8;
  • movimento: 10 coppie di treni giornaliere;
  • passeggeri trasportati: circa 250.000 (dati 2010/2011);

Stazioni della linea: GENOVA MANIN, S. Pantaleo, S. Antonino, Cappuccio, Trensacco (in questa stazione la linea passa nella Val Polcevera), Campi, Pino, Torrazza, Sardorella, Valleombrosa, Vicomorasso, S. Olcese Chiesa, S. Olcese Tullo, Busalletta, Molinetti, Niusci, Canova, Casella Deposito, CASELLA PAESE.

Il comune di CASELLA si trova a 407 n. s.l.m. e conta circa 3.200 abitanti. Il paese è collocato in una zona dove lo Scrivia si distende in un bacino molto ampio e ghiaioso. Meritano sicuramente una visita il palazzo dei Fieschi, che governarono il territorio per alcuni secoli fino al 1797; la Parrocchiale di S. Stefano e l’Oratorio di S. Antonio Abate. Borgo attivo e creativo sul territorio con diverse iniziative di carattere culturale, sportivo e gastronomico che, specialmente nel periodo primaverile ed estivo, richiamano molti visitatori, ma il valore aggiunto è sempre il Trenino!

La risorsa economica principale di Casella è oggi il turismo che ha sostituito l’originaria vocazione agricola del territorio. Il fenomeno, iniziato nell’Ottocento, si è sviluppato a tal punto da progettare e costruire la linea  ferroviaria che ha permesso anche di far conoscere maggiormente i tipici prodotti gastronomici della zona, come il salame agliato, la torta al crescente, gli amaretti e i canestrelli di Avosso.

Da circa 1 anno e mezzo però la linea ferroviaria Genova – Casella non è funzionante, il servizio sostitutivo è effettuato da corriere. Ai problemi finanziari e organizzativi si sono aggiunte problematiche su alcune tratte del territorio e per completare l’opera i gravi danni causati dall’alluvione dell’autunno 2014. Il 3 agosto ho visitato la stazione di Manin e lo spettacolo che si è presentato ai miei occhi è stato deprimente. I mezzi ferroviari fermi sui binari da lungo tempo, sporchi e abbandonati mi hanno dato l’impressione di un “cimitero”!

E’ nostro dovere fare tutto il possibile affinchè il NOSTRO TRENINO torni ad arricchire il nostro entroterra, in quanto rischiamo seriamente di buttare via un pezzo di storia della nostra Regione, dando inoltre il colpo di grazia al traffico pendolare, con l’aumento delle auto e quindi dell’inquinamento e affossando definitivamente il flusso turistico.

Sentendo però l’intervista al Sindaco di S. Olcese, il comune maggiormente popoloso servito dal “Trenino di Casella”, torna in NOI un po’ di ottimismo. Dopo aver messo in risalto l’emergenza idrogeologica dell’entroterra e aver espresso forte preoccupazione per l’immediato futuro, il Primo Cittadino di S. Olcese,  Armando Sanna, ci ha informato che il nostro gioiellino dovrebbe tornare a circolare nella primavera del 2016, anche grazie ad una mobilitazione forte e diffusa a tutti i livelli.

Noi tutti però dobbiamo vigilare ed esercitare un “forte pressing” sul territorio, presso le Istituzioni e Associazioni, affinchè il nostro desiderio divenga realtà.