Nei mesi scorsi abbiamo pubblicato un articolo di Pietro Campione intitolato “La montagna si rispetta, non si sfida: una storia non mia”, in cui veniva raccontata una piccola grande storia straordinaria. Si parlava di un amante dello sport, un lavoratore di 55 anni, podista per passione come tanti, che ha deciso di cimentarsi nel Tor des Geants, una delle corse non competitive più impegnative in assoluto. E per fare questo, pur rispettando l’orario di lavoro, si allena alle ore più impensabili: 3,30 del mattino, sera tardi. E poi finalmente la Valle d’Aosta: sei giorni e sei notti a disposizione per giungere al traguardo (dopo 330 km), con uno zaino pesante sulle spalle, in quella che è molto più di una semplice manifestazione sportiva: è un vero e proprio viaggio alla scoperta di se stessi, in uno scenario unico. Un evento che fa riscoprire l’antico legame dell’uomo con la montagna che, come è evidenziato nel titolo, si rispetta, e non si sfida. Con grande umiltà infatti il protagonista della nostra storia si è ritirato al 186° km, con una temperatura di -10 gradi. E per la prima volta nella storia del Tor des Geants gli organizzatori, a salvaguardia dell’incolumità degli atleti, poche ore dopo hanno annullato la manifestazione.
Siccome tanti lettori ci hanno chiesto informazioni su questo atleta che ha saputo partecipare con umiltà a un evento così importante, anticipando addirittura la decisione degli organizzatori, siamo lieti di mostrarvi il suo volto: bravo Angelo Clerici, pettorale numero 670.