di Diana Barbieri e Pietro Campione
La stagione delle competizioni non poteva iniziare meglio di così: giornata splendida, cielo terso e temperatura fresca, paesaggi mozzafiato per un ultra trail che giochiamo “in casa”, un appuntamento a cui non potevamo mancare, lo “Sciacchetrail”.
La festa inizia venerdì 23 marzo, con tanti atleti al briefing pre gara, tutti ansiosi di conoscerne il percorso e le sue insidie. I cancelli orari apparentemente stretti preoccupano qualcuno ma la voglia di mettersi in gioco è tanta. Il ricco pacco gara entusiasma, così come l’atmosfera di festa e sport che invade la bellissima Monterosso. L’incontro con Anton Krupicka, ambasciatore del principale sponsor dell’avvenimento, uno dei più grandi trailer al mondo oltre che persona squisita, già vale la partecipazione a questo evento.
Sabato, giorno della gara. Ore 5.05, sveglia e preparativi di rito: zaino, (pronto dalla sera precedente), bagno, vestizione, colazione, treno. Ogni volta ci riproponiamo di stare tranquilli, che in fondo è solo una corsa e noi non dobbiamo certo vincerla… ma un po’ di tensione c’è sempre. Almeno fino allo start, ore 7.30. Da quel momento è davvero solo divertimento!
Attraversiamo il borgo con un paio di chilometri di asfalto e poi inizia la salita e il panorama si apre, da cartolina. C’è persino Kupricka sul sentiero che incita e concede foto! Punta Mesco, Colle di Gritta e si imbocca l’Alta via delle Cinque Terre, un saliscendi nella macchia mediterranea, in mezzo ai boschi che, di tanto in tanto, lasciano intravedere le bellezze uniche della costa. Dal Colle del Telegrafo inizia “un’altra gara”, quella che tocca i favolosi e colorati paesini delle Cinque Terre. Ci si arrampica letteralmente sui ripidi scalini in mezzo al famoso presepe di Manarola, si attraversano i commoventi vigneti eroici a picco sul mare, si sorride grati davanti alla gentilezza degli abitanti con i loro banchetti ristoro.
E dopo l’impegnativa salita da Vernazza si sente odore di traguardo, mancano pochi chilometri, la discesa è tecnica e le gambe sono stanche ma l’ultimo tratto a scendere verso il gonfiabile dell’arrivo è liberatorio e infinitamente godurioso!
È il momento del pasta party (che definire così, in questa occasione, è assolutamente banale visto il pranzo luculliano che ci viene proposto), del boccale di birra tanto sognato sulle ripide salite, delle foto e degli abbracci con i compagni di corsa seguiti dagli immancabili commenti sulla gara appena fatta. Ma lo sguardo è già rivolto alla prossima sfida…
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