DI ELISABETTA SPITALERI
“TRANSSIBERIAN” (2008, regia di Brad Anderson)
La sua lunghezza di 9288 km fa della Transiberiana la ferrovia più lunga al mondo. Costruita fra il 1891 e il 1916 va da Mosca a Vladivostok passando per 12 regioni e 87 città russe. A Ulan-Udé si diparte verso sud la Ferrovia Transmongolica che collega la Russia alla Cina attraversando la Mongolia e prosegue verso sud dove è connessa con la rete centrale cinese, ultima fermata Pechino. Di enorme importanza per ovvi motivi commerciali è diventata con il tempo un vero e proprio “must” per gli appassionati di viaggi non convenzionali e più avventurosi.
Brad Anderson, già regista dell’enigmatico thriller “L’uomo senza sonno” (2004) con la magistrale interpretazione di Christian Bale, dirige questa volta un altro thriller adrenalitico di gusto tutto hitchcokiano soprattutto per l’ambientazione ferroviaria. Le vite dei protagonisti si incrociano infatti con risvolti drammatici proprio in un lungo viaggio sulla “mitica” Transiberiana, congeniale alla costruzione di atmosfere e di tensione fra gli scenari gelidi e innevati della Russia profonda e decadente del post-crollo del gigante sovietico.
Gli americani Jessie (Emily Mortimer) e il marito Roy (Woody Harrelson) hanno appena trascorso un periodo a Pechino al seguito di missionari di una chiesa cattolica. Roy, un tipo mite e anche un po’ ingenuo ma soprattutto appassionato di treni e modellismo, convince la moglie a rientrare a Mosca con la Transiberiana, per un viaggio che si immagina tranquillo ed affascinante. Incontrano una coppia di giramondo: Abby (Kate Mara) che sembra sempre a disagio, e l’esuberante fidanzato ispanico Carlos (Edoardo Noriega). I due raccontano di pagarsi i viaggi come insegnanti di lingue e arrotondano con la vendita di oggetti di artigianato esportati illegalmente, nel caso specifico di matrioske, come Carlos mostra segretamente a Jessie. L’attrazione fra Carlos e Jessie è palpabile e approfittando dell’assenza di Roy, rimasto indietro per aver perso il treno, Carlos convince Jessie, appassionata di fotografia, a fare un’escursione. Con un tragico epilogo perché Jessie, nei pressi di una chiesa diroccata in mezzo al nulla, lo uccide a bastonate dopo un tentativo di violenza.
Sconvolta e nel panico torna indietro e ritrova Roy che nel frattempo ha fatto la conoscenza di Grinko (Ben Kingsley), un misterioso e scopriremo poi corrotto poliziotto russo della narcotici.
Grinko è alla caccia di Carlos, in realtà un trafficante di eroina che in quel viaggio stava trasportando all’interno delle matrioske, furbescamente nascoste proprio nel bagaglio di Jessie. Lei e Roy cercano di chiarire tutto con Grinko e dimostrare la propria estraneità. Inizialmente il poliziotto sembra credere alla loro versione. Ma poi inizia l’incubo con il rapimento della coppia da parte di Grinko e un suo complice. Parte del treno viene fermato in prossimità di un covo segreto dove ritrovano anche Abby, rapita e torturata per sapere dove Carlos ha nascosto i soldi della droga rubati all’organizzazione.
Riescono a scappare e a risalire sul treno, in qualche modo Roy lo mette in movimento in retromarcia provocando un incidente che consentirà l’intervento della polizia. Grinko si spaccia per il “poliziotto buono” che ha salvato i due americani e poi si volatilizza. Sgominata l’organizzazione e arrivato finalmente il momento di tornare a casa, Jessie va prima a trovare Abby in ospedale e si intuisce che rivela a lei sola il proprio delitto e dove trovare il corpo di Carlos in modo che possa recuperare il denaro sottratto ai criminali.
Lieto fine in definitiva per tutti e ritorno alla propria vita, ognuno con i propri rimorsi e i propri segreti inconfessabili.