di Elisabetta Spitaleri
TRAIN TO BUSAN
(Corea del Sud 2016, regia di Yean Sang-Ho)
Qualcosa di terribile sta accadendo nel paese, lo si intuisce dalle prime scene in cui un trasportatore si lamenta che la giornata è iniziata proprio male, fra posti di blocco e l’investimento di un animale che lo obbliga a fermarsi di nuovo e perdere altro tempo. Scappa via e non si accorge che quell’animale riprenderà vita poco dopo in modo a dir poco inquietante. L’azione del film si sposta subito introducendoci nella sfera privata del protagonista. Seok –woo interpretato da Gong Yoo) è un brillante manager, separato dalla moglie, che vive con la figlia Soo-an (la piccola attrice KIm-Su-an ne dà una interpretazione struggente). Sempre preso dal suo lavoro, trascura inevitabilmente la figlia tanto da dimenticare la recita scolastica per la quale Soo-an aveva preparato una canzone che non riesce a portare a termine perché si accorge dell’assenza del padre. Per farsi perdonare Seok-woo decide di accompagnarla a Busan in visita alla madre.
Salgono su un affollato treno della Korea Train Express, Qui incontrano l’operaio Sang-hwa e sua moglie incinta Seong-kyeong, una squadra liceale di baseball, il ricco ed egoista amministratore delegato Yon-suk, 2 anziane sorelle e un senzatetto traumatizzato dopo aver assistito ad un attacco di zombi. Poco prima che il treno parta, una giovane donna sale di corsa a bordo, inizia ad avere forti convulsioni a causa di un morso sulla gamba; in breve tempo diventa una zombi e attacca un’assistente del treno, diffondendo rapidamente l’infezione. Da questo momento inizia la lotta per la sopravvivenza in una escalation adrenalinica veramente coinvolgente, non a caso “Train to Busan” è considerato forse il miglior film del genere “horror zombie” prodotto negli ultimi anni. Suscita ancora maggiore ansietà proprio aver ambientato la vicenda nello spazio claustrofobico di un treno che corre velocissimo e da cui non si può scendere per sfuggire all’orrore. Una certa differenza rispetto ad altre produzioni del genere è anche data dal fatto che questi “nuovi zombi” sono particolarmente reattivi e soprattutto atletici, veloci, pronti a scagliarsi sulla preda in movimento da una carrozza all’altra o a rincorrere un treno. Seok-woo riceve a un certo punto una telefonata dal suo collaboratore che gli confessa, in lacrime, che l’immensa tragedia che sta sconvolgendo il paese dove tutti si stanno infettando, è dovuta a un agente patogeno sfuggito da un laboratorio della loro azienda. L’unica città che ha debellato l’epidemia e si sta strenuamente difendendo è proprio Busan.
Dopo che il treno infetto è costretto a fermarsi i pochi sopravvissuti devono cercare di raggiungere una locomotiva già in corsa e solo il protagonista, la figlia e la ragazza incinta riusciranno a salire. Ma Seok-woo viene morso e si sacrifica gettandosi dal treno. La piccola Soo-an e la giovane donna continuano il viaggio da sole e per arrivare alla meta devono attraversare a piedi un tunnel. Dall’altra parte i militari che stanno difendendo Busan sono pronti a sparare finché non sentono la bambina intonare quella canzone che voleva dedicare al padre e corrono a salvarle.
Nel nostro mondo stiamo sperimentando le tragiche conseguenze di virus, batteri, guerre e sembra che la calamità degli zombi rimanga solo nell’immaginario dei film horror. Abbiamo parecchi “smombie” in giro per le nostre città ma non sono cannibali…finora!